LaFabbrica: “Fuori” il nuovo singolo che sfida l’indifferenza dei tempi moderni

Con “Fuori”, LaFabbrica affronta il tema dell’egoismo dei giorni nostri, in cui, nonostante la sovraesposizione alle informazioni, l’indifferenza prevale. Il brano riflette sull’umanità consapevole ma disinteressata, in cui ciascuno sembra rimanere indifferente a ciò che accade “fuori” dai confini dei propri schermi.

Abbiamo parlato con la band per scoprire cosa li ha spinti a trattare questo argomento così rilevante e come vedono il ruolo della musica in questo scenario.

In “Fuori” parlate di un’umanità consapevole ma disinteressata. Cosa vi ha spinto a voler affrontare questo tema nel nuovo singolo?
È sempre più frequente osservare la distanza delle persone rispetto a ciò che succede “fuori”, ciò che ci ha spinto a scrivere la canzone è il paradosso dei nostri tempi in cui le immagini delle miserie umane ci raggiungono ovunque senza suscitare alcun tipo di emozione, lo stesso disinteresse che manifestiamo nei confronti di una serie che non ci appassiona. Sembra che nulla ci spinga a diventare parte attiva di un cambiamento.

L’idea di un mondo che finisce “fuori dai confini dei nostri schermi” è potente: pensate che la musica abbia ancora il potere di rompere questo confine?
Ne siamo certi, la musica è ancora in grado di smuovere coscienze e raggiungere il cuore delle persone, siamo noi, forse distratti ed assenti, a non lasciarglielo fare. Dovremmo dedicarle maggiore attenzione, restituirle spazio, arricchirla con contatto umano.

C’è un’immagine o un episodio preciso che ha ispirato la scrittura del brano?
Un giorno durante le prove, Luca era in leggero ritardo, abbiamo iniziato a suonare e presi dalla foga del momento non ci siamo resi conto che fosse fuori a bussare, la cosa è andata avanti per oltre un’ora. Quando finalmente abbiamo aperto ci è arrivata addosso tutta la rabbia che meritavamo.
La questione ha poi suscitato una riflessione che ci ha portati ad ampliare il discorso, ad immaginare le voci non ascoltate di chi lotta ma non ha la possibilità di accedere a ciò di cui ha bisogno, di quanto disinteresse generi tutto ciò a contatto con l’egoismo di chi possiede tanto.

Avete parlato di “indefinito disinteresse”: credete che questo stato sia più pericoloso dell’ignoranza vera e propria?
Molto di più, l’ignoranza ha dei margini di miglioramento in fondo, è una condizione diffusa che in qualche modo riguarda noi tutti ma che può essere arginata. Il disinteresse è qualcosa di molto più difficile da affrontare, è una barriera che rende impermeabili a qualsiasi tipo di arricchimento e miglioramento personale.

Qual è il messaggio che sperate arrivi all’ascoltatore, anche a quello che magari si riconosce in questa forma di egoismo moderno?
Nel nostro piccolo speriamo che le parole, unite al suono, possano spingere con maggiore forza alla riflessione, che riescano a creare un momento di rottura per cancellare il confine tra dentro e fuori.