In La ribalta, Sasà V sale su quel palcoscenico che un tempo gli era stato negato. Lo fa con una voce carica di sincerità e ferite rimarginate a fatica. Il brano è un flusso emotivo che scava nella memoria, nella paura, nella solitudine, ma anche nella forza silenziosa di chi non ha mai smesso di credere in sé. La musica si fa carezza e pugno insieme, e diventa uno spazio in cui il dolore non è più vergogna ma identità. È un inno per chi ha subito e ora reclama il diritto di brillare.
Nel brano La ribalta racconti un passato doloroso legato al bullismo. Quando hai capito che era arrivato il momento giusto per trasformare quella ferita in musica?
L’ho capito sin da subito, perché ho iniziato a cantare all’età di 7 anni. A scuola o per strada mi ferivano con parole e botte, ma la musica era il mio unico rifugio. Era l’unico abbraccio che mi faceva sentire al sicuro, la mia medicina contro tutto quel dolore.
Cosa ti ha aiutato maggiormente a non soccombere sotto il peso degli insulti e delle umiliazioni?
Ciò che mi ha tenuto in piedi è stato l’amore dei miei genitori, la forza della musica e il conforto della preghiera. Mi ripetevo che, prima o poi, tutto quel dolore sarebbe finito.
Pensi che oggi la società sia più pronta a comprendere e sostenere chi viene considerato “diverso”?
Credo che ci sia ancora molta strada da fare. Anche se la situazione è leggermente migliorata, oggi è ancora molto difficile, per esempio, per un ragazzo omosessuale fare coming out. Mostrarsi per ciò che si è, senza maschere, resta un atto di coraggio. Vedo tanti giovani lottare per essere accettati, ma spesso il gruppo ti accetta solo se ti conformi, se ti adegui a un modello che non lascia spazio all’unicità.
Qual è il messaggio che speri arrivi più forte a chi ascolta questa canzone?
Il messaggio che voglio mandare ai giovani è chiaro: se ce l’ho fatta io, potete farcela anche voi. Non è facile, lo so. Ma bisogna avere il coraggio di lottare, di parlare, di chiedere aiuto. Non affrontate tutto da soli: confidatevi con un adulto di cui vi fidate, e se serve, denunciate. Mai perdere la speranza, mai abbassare la guardia. La forza è dentro di voi, anche quando sembra nascosta. Lottate, credeteci… e ce la farete.
Hai avuto modo di confrontarti con ragazzi che si sono riconosciuti nel tuo racconto?
Si. Ho un rapporto meraviglioso con i miei follower. Molti ragazzi mi hanno scritto per raccontarmi le loro storie, e in tanti mi hanno confidato che, grazie al mio brano “La Ribalta”, hanno trovato il coraggio non solo di affrontare i bulli a testa alta, ma anche di aprirsi, di parlare con un adulto di fiducia e chiedere aiuto. Sapere che la mia musica ha acceso in loro questa forza è una delle emozioni più profonde che io abbia mai provato