EMOD torna con un singolo che racconta istinto e consapevolezza, sesso e identità. “Flambè” è una traccia cruda e sincera che mescola rap, rock e scrittura viscerale. In questa intervista, l’artista milanese parla della sua musica come atto di libertà, crescita personale e ricerca dell’autenticità.

Ciao, EMOD. Da dove nasce l’ispirazione per il tuo nuovo singolo “Flambé”?
Ciao, è un piacere rispondere a qualche domanda per voi.
Come spesso dico, cosa che mi rende felice ribadire, ogni mia canzone nasce da un processo di scrittura costante, giornaliero, che poi è un’abitudine che porto con me fin da bambino. Ho imparato che l’ispirazione arriva scrivendo e non aspettando che arrivi un lampo di genio. Tutto ciò che vogliamo trasmettere è già dentro di noi. Nel caso di “Flambè”, io amo il sesso è un pensiero frequente nella mia testa, il lavoro è stato quello di ripescare le emozioni che vivo durante i rapporti trasformandole in parole.
Credi che sia necessario, per l’uomo, esplorare anche la parte più istintiva?
Dipende, probabilmente non è necessario allo stesso modo per ognuno di noi. Fortunatamente siamo, tutti, individui totalmente diversi l’uno dall’altro, quindi ciò che può essere importante per me è cosa di poco conto per qualcun’altro. Sta a te decidere quale parte del tuo IO vuoi visitare di più.
Per te la musica è anche sinonimo di libertà?
Interessante, ho riflettuto sulla medesima domanda in questi giorni, perché mi è stata posta da un amico, però condita da due prospettive, ovvero, “libertà o prigione?”.
Se ripenso alla mia infanzia la musica è sinonimo di gioia, perché a lei sono legati la maggior parte dei momenti belli che ho vissuto. Se ripenso agli inizi della mia carriera fino a poco tempo fa è stata più una prigione perché pensavo solo al successo e a come raggiungerlo (che poi, che cos’è il successo se non quello personale?). Da quando mi sono chiesto cosa mi rendesse felice nel fare questo mestiere ho capito! Da quel momento mi dedico ogni giorno alla crescita come persona e come artista e mi sento libero in ogni canzone che scrivo, in ogni accordo che suono con la mia chitarra, in ogni live, dove canto e condivido un badile di emozioni con il resto del mondo. Questa è musica, questa è la vita che ho scelto, questo è il mio senso di libertà.
Hai in mente qualche progetto per il futuro?
Sí ho un vero e proprio obiettivo nella quale sto dedicando cuore e anima. Suono e canto dalle 4 alle 6 ore al giorno in modo che tra un anno sarò pronto per girare, tutta l’Italia, con in mano la mia chitarra, le mie canzoni e una storia da raccontare, quella di Domenico, un bambino nato con poche risorse ma con una gran voglia di trovare la propria felicità.