God Is My Witness, secondo album dei Sax This Candy, esce a distanza di otto anni dal primo lavoro. Con questo nuovo album la band pescarese torna con una nuova veste che aggiunge delle componenti elettroniche alla sua anima punk no-wave. Dieci tracce registrate negli studi di Grammofono alla Nitro, a Pescara, sono il risultato di un lungo percorso di ricerca, smembrando session e arrangiamenti, per sintetizzare al meglio il sound e lo stile della band che rimbalza dalle atmosfere noir dei Bad Seeds allo stile più nevrotico dei Pere Ubu passando per Joy Division, Butthole Surfers, Bauhaus, The Pop Group fino ad arrivare ai Devo.
Li abbiamo incontrati e ci siamo fatti raccontare la genesi di questo nuovo lavoro.
I Sax This Candy nascono tra il 2012 e il 2013, ma i vostri percorsi musicali affondano le radici negli anni ’90. In che modo le esperienze precedenti hanno influenzato la nascita della band?
Reparto 6, Intifada, Virgin LoveJuice, Ovada sono alcune delle band con cui separatamente abbiamo calcato studi e palchi tra gli anni ’90 e i primi 2000. Erano anni in cui fare musica e arte significava prima di tutto far parte di una comunità, di un vero movimento, in un contesto sociale che stava cambiando velocemente e in cui produrre musica era quasi un processo escatologico se volgiamo. Ecco, questo spirito ci ha accompagnato fino a oggi, con le dovute premesse e proporzioni ovviamente.
Come immaginate l’evoluzione dei Sax This Candy nei prossimi anni? Più elettronica, più sperimentazione… o entrambi?
Abbiamo già del materiale sparso qua e la. Per la direzione che potrà prendere ci affidiamo molto all’istinto.
In che modo la vostra musica riflette il mondo in cui viviamo oggi?
Diciamo che in larga parte è il contrario. L’analisi corretta riguarda l’avere consapevolezza di come il mondo rifletta la nostra musica, e la condizioni soprattutto.
Cosa significa per voi fare musica oggi, in un’epoca così iper-connessa ma spesso dispersiva?
Significa guardare avanti e intorno, senza snobismi o nostalgie varie. Fin quando quello che facciamo ci farà stare bene, ok. In caso contrario ci consegneremo serenamente agli archivi.
Il suono dei Sax This Candy ha diverse sfaccettature, come avete lavorato sulla coerenza del suono?
Quale coerenza? :D … Come detto altre volte definiamo il nostro lavoro orgogliosamente come “impuro”. Questo perchè rifiutiamo di essere sempre uguali a noi stessi.
In “Chewingum” c’è un riferimento a sonorità Sixties. Come vi approcciate ai periodi musicali passati e come li reinterpretate nella vostra musica?
Al di là di “Chewingum”, siamo molto legati alla no-wave degli anni ’80, un periodo meraviglioso di sperimentazione e avanguardie che tentiamo di trasportare nella nostra musica seminando riferimenti e ispirazioni più o meno comprensibili.