INTERVISTA A FRANCESCO CANGI

Dal 18 aprile 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “What if the Universe..?”, il nuovo ep di  Francesco Cangi & The Lonely Rockets dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Lundi à Six Heures”.

Conosciamolo meglio!

Come e quando nasce la tua passione per la musica? 

La musica nella mia famiglia è sempre stata in qualche modo parte integrante delle giornate.

Fin dai primi anni delle elementari seguivo mio fratello più grande in tutto ciò che faceva: si approcciava alla tastiera, poi alla chitarra, alla batteria, e io mi avvicinavo a lui e lo imitavo. Ero molto piccolo ma ricordo ancora quando suonavo allo sfinimento un piccolo motivo di Mozart che mi insegnò lui, imparandolo ad orecchio. Non sapevo assolutamente cosa stessi suonando, ma mi faceva stare troppo bene.
Non l’ho mai considerata solo una passione, anche perché non sono mai stato un grande ascoltatore di musica. Per me suonare è sempre stata proprio un’esigenza.

Sei un polistrumentista, quale strumento ti rappresenta maggiormente quando lo suoni o a quale ti senti più legato?

Beh, lo strumento con cui riesco ad esprimermi maggiormente è sicuramente il trombone, che in realtà ho iniziato a suonare in tarda adolescenza, ma su cui si è poi basata quasi tutta la mia carriera fino ad ora. Ovviamente sono molto legato a questo tubo di ottone, spesso poco compreso e valorizzato, ma il mio cuore di bambino è sempre seduto sullo sgabello di una batteria.

Quale fra le tue numerose collaborazioni importanti ti ha lasciato un’impronta maggiore?

Ogni collaborazione mi ha fatto crescere in qualcosa, anche solo umanamente (che poi è un aspetto primario in questo mestiere). Sicuramente quando ho avuto l’onore di suonare insieme a Fred Wesley – trombonista di James Brown, con cui sono musicalmente nato e a cui devo tutto – è stato un punto della mia vita in cui ho ipotizzato che forse qualcosa di buono lo stessi facendo… Ricordo quando mi chiamò in camerino post concerto e mi disse: “Franco, I don’t usually let other trombonists play my solos…but you can blow man!”… Tornai a casa volando.

Raccontaci del tuo EP

Questo Ep contiene brani che spaziano dal new jazz strumentale al funk elettronico, contaminati dall’uso massiccio di sintetizzatori, melodie imponenti, robuste brass section, e tanto groove. Sempre e tutto rigorosamente al servizio della musica.
La mia label Black Candy Produzioni, che ringrazio infinitamente, l’ha definito un mix di rock contemporaneo, sound cinematografico e vibrazioni che ti portano su un altro pianeta. L’hanno detto loro eh! :)

Sei riuscito in questo tuo progetto da leader a fondere il tuo background pop e rock con la tua formazione jazz?

Non mi sentirei mai di dire che ci sono riuscito, perché non c’è fine a questa ricerca, ed è una eterna crescita. Posso dire però che sento di averci messo me stesso e tutto quello che avevo in quel momento. Proprio per questo ho deciso di suonarlo tutto da solo; avevo bisogno di piantare questo seme. Questo EP è una tavola piena di colori, appeso al muro pronto a farsi guardare da tutti, e adesso ho tante tele bianche che vorrei riempire fin da adesso.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Per quanto riguarda la dimensione live passerò l’estate a saltare sui palchi con Alfa e Roy Paci, per il resto vorrei tantissimo poter iniziare a portare i Lonely Rockets in giro il più possibile, in Italia, all’estero, su Marte… Sulla Luna!