I KATADEO ci raccontano “Esotyka”

Dopo l’energia primordiale di GIARA e un tour che ha toccato l’anima profonda della Sicilia, i KATADEO tornano con ESOTYKA, un singolo che mescola danza e dissenso, sacro e profano, Mediterraneo e elettronica. Ne abbiamo parlato con il trio per capire come si costruisce un linguaggio sonoro così autentico e coinvolgente, tra sperimentazione, denuncia e visioni future.

Img 0023

1. “ESOTYKA” è un brano che fa ballare, ma che nasconde una denuncia profonda. Come avete lavorato sull’equilibrio tra forma festosa e contenuto critico?

A dire il vero non è la prima volta che utilizziamo questo approccio con la musica che facciamo.In alcuni dei nostri brani le sonorità incalzanti dance hanno testi e significati che toccano tematiche sociali facendo delle denunce sottili, tra le righe quindi direi che per noi questo equilibrio è quasi naturale.

2. Il singolo si inserisce in una ricerca musicale che spazia tra afro, house, funk e dialetto siciliano. Che ruolo ha il Sud, oggi, nel vostro sound?

Totale. Il sud ( del mondo proprio) ha un ruolo totale nella nostra musica.

3. Dal primo album GIARA a questo nuovo singolo, quali sono le evoluzioni sonore e concettuali che sentite più vostre?

Dall’album Giara in cui eravamo in una fase di sperimentazione artistica, in questo nuovo lavoro si fa senza dubbio più presente la componente elettronica con anche una strumentazione diversa mentre a livello concettuale continua ad essere costante una forte sicilianitá.

4. La scelta di usare il dialetto come lingua principale non è mai scontata. Quanto conta per voi nella costruzione dell’identità artistica?

Anche qui TOTALE. Conta moltissimo, é proprio alla nostra lingua che vogliamo restituire identità, forza, bellezza, appartenenza portandola nel futuro.

5. Nel processo creativo di “ESOTYKA”, come si è distribuito il lavoro tra voce, synth, percussioni ed elettronica? C’è stato un punto di partenza?

Questo brano è nato, come tanti altri, mentre Marilena era in auto e ha iniziato a cantare il motivo del ritornello, qualche giorno dopo in studio è nata subito la base Line e poi Cristian l’ha prodotta aggiungendo percussioni e tutto il resto.

6. Il vostro nuovo EP si intitola HEKA, un riferimento all’antico Egitto e alla magia. Che legame c’è tra questo titolo e la vostra musica?

Più che con l’Egitto ha a che fare col significato di questa parola ( comunque appartenete all’antica cultura del mondo mediterraneo) di magia primordiale, cosa che pensiamo abbia anche la musica cioè un potere primordiale.

7. Avete suonato in festival che valorizzano il Sud e l’indipendenza musicale. Quanto è importante per voi restare radicati ma aperti al mondo?

É importantissima la nostra radice, immaginiamo che tutto quello che abbiamo prodotto finora sia figlio del fatto che viviamo sotto il vulcano, ma è altrettanto importante e anzi, uno stimolo fondamentale, pensare di portare questa musica ovunque nel mondo e attendiamo di scoprire cosa il mondo ha in serbo per noi e che tipo di influenza potrebbe mai esercitare sulla nostra musica.

8. Se poteste scegliere un artista con cui collaborare nel prossimo EP, chi sarebbe e perché?

Dopo HEKA ci sarà un album a cui stiamo già lavorando e, a dire il vero prevediamo diverse collaborazioni, potendo sognare al momento sarebbe bello con Davide Shorty, La Nina del sud, Clementino, Cosmo, Daniela Pes per citarne alcuni, ma anche altri artisti che ammiriamo molto.

Link utili