Deci: Ambizioni e Sfide di un Artista Indipendente in Evoluzione

L’interpretazione viscerale, capace di oscillare tra il sussurro e l’urlo emotivo. Un viaggio urbano tra vicoli e strade a quattro corsie, tra le luci e le ombre delle grandi città che ci ingoiano, rendendoci anonimi, come numeri

DECI

È solo l’inizio, ma DECI è molto ambizioso, e ce lo ha raccontato. 

Quali sono le principali difficoltà delle essere un artista indipendente, in una scena che è spesso spietata? Quali sono le tue sensazioni a riguardo?

Sicuramente c’è molta pressione sui numeri. Etichette e distribuzione si muovono solo se hai già numeri alti che facciano sì che ci sia una spinta dai suddetti dell’industria discografica. Purtroppo non è così semplice fare “numeri” da subito, specialmente se il progetto è particolarmente complesso. Facessi un genere commercialmente più spendibile probabilmente sarebbe più facile, ma non è il mio caso. Credo molto al progetto ma preferisco fare un passo alla volta, per migliorarmi ad ogni step. 

Cosa ti ha portato a iniziare a studiare canto? E quanto è importante secondo te studiare musica per poterla effettivamente fare? 

Ho iniziato poco prima dei 30 anni, in totale casualità: passavo molto tempo da solo a far consegne e guidando, e avevo modo di cantare da solo. Poi un giorno per scherzo mi sono dato la possibilità di provare lezioni di canto: è stato un fulmine a ciel sereno, e ha rivoluzionato completamente tutto il funzionamento della mia vita. Credo che sia fondamentale studiare musica, teoria musicale e almeno uno strumento, per fare questo percorso. Al momento ho molto da fare ma mi sono dato l’obiettivo di aumentare le mie skills per il prossimo progetto. 

Come mai hai sentito lesigenza di collaborare anche con altri autori per i tuoi pezzi? E come hai trovato i tuoi compagni di avventura?

Ho sempre avuto l’esigenza di collaborare con autori e professionisti in generale, per il semplice fatto che da solo non sarei mai stato in grado di portare a casa un risultato neanche vagamente simile a quello che ho avuto con questo primo album. Avendo questa esigenza personale molto forte ma importanti mancanze di background, ho ritenuto opportuno affidarmi a chi, molto banalmente, ne sapeva più di me. Abbiamo unito i miei contenuti e la mia direzione artistica alle competenze dei miei collaboratori e direi che il risultato è stato assolutamente appagante. Li ho conosciuti tramite strada facendo, un po’ per conoscenza un po’ per caso, ed è andata molto bene. 

Tra i pezzi che hai scritto sinora, come hai valutato quali effettivamente far uscire e quali invece scartare? Da cosa dipende in genere questa scelta?

La scelta in questo caso era dettata più dai testi, e dai collegamenti tra un brano ed un altro. Sicuramente alcuni provini sono stati scartati perché o avevano troppo lavoro da fare per farli funzionare, o semplicemente non erano adatti per questo primo progetto. 

Quali sono le tue ambizioni come Deci?

Ambisco a continuare su questa strada. Per il prossimo progetto vorrei essere più presente e preparato a livello di live, vorrei fare più focus sulla ricerca sonora e sulla scelta di struttura e testi; vorrei anche imparare a gestirmi in solo con uno strumento, e imparare a produrre e scrivere in modo indipendente almeno per tirar fuori un provino abbozzato decente, così da far fare meno fatica ai vari professionisti con cui avrò il piacere di collaborare. Ed infine mi piacerebbe che il mio progetto venga riconosciuto dagli addetti ai lavori.

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