Il brano “Cuore d’inverno” racconta di chi nel momento più complesso ed intenso del suo percorso di vita e delle sue relazioni, si trova immerso nel cuore di un inverno freddo e rigido. La sua incapacità di mettere a fuoco e percepire le proprie emozioni, così come quelle degli altri – di amare senza rendersi conto di saper amare – lo conduce alla sana consapevolezza del fallimento attorno a sé e la riscoperta della veridicità di ciò che è semplice ma anche il coraggio di ripartire per riappropriarsi della propria vera essenza.
Per approfondire il significato di “Cuore d’inverno” e il suo percorso artistico, abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe Cucè. Nelle sue parole, scopriamo le ispirazioni che hanno dato vita al brano, le scelte musicali che ne hanno plasmato l’atmosfera e la visione che guida il suo viaggio artistico.
Cuore d’inverno non è solo una canzone, ma una riflessione sul rapporto con se stessi e con gli altri. Quanto della tua esperienza personale c’è in questo brano? E c’è stato un momento preciso in cui hai sentito il bisogno di scriverlo?
Cuore d’inverno rappresenta il risultato di tante esperienze passate, delle sensazioni complesse e ponderate che hanno scaturito e delle innumerevoli relazioni umane vissute, attraversando diversi stati d’animo, conflitti interiori e molta sofferenza, ho potuto finalmente mettere nero su bianco tutte queste emozioni, elaborandole, comprendendole e soprattutto accettandole, quindi non c’è un vero e proprio significativo momento.
Nei tuoi lavori emerge sempre un profondo legame tra parola e suono. Come hai costruito l’atmosfera sonora di Cuore d’inverno per trasmettere quella sensazione di sospensione e di introspezione che caratterizza il testo? Quali scelte musicali hai fatto per rendere tangibile questa sensazione di smarrimento emotivo e successiva lucidità?
Ho sempre cercato strumenti e modi per potermi esprimere, sperimentare è naturale, un processo spontaneo che viene dettato dal linguaggio che si utilizza, dalle parole che in qualche modo richiamano suoni e melodie, quindi trovare la chiave giusta per poter sviluppare un progetto comporta sempre delle sfide.
Le sfide sono necessarie, e di volta in volta impari a coglierle e a superarle, come giusto che sia,
io le affronto così come arrivano, senza schivarle.
C’è un artista o un movimento musicale che ha particolarmente influenzato Cuore d’inverno? E c’è qualcosa che hai volutamente evitato, per non cadere in cliché sonori o testuali?
Penso che siano tanti gli artisti e gli stili musicali che ho ascoltato in passato a determinare il mio presente musicale, senza però prevalere uno specifico in particolare, ciò che nasce oggi musicalmente parlando è spontaneo, non segue regole specifiche o cliché, è puramente casuale e perfettamente in sintonia con me stesso.
Hai parlato di un equilibrio ritrovato attraverso l’accettazione del reale. Quanto di questo concetto si riflette nella tua scrittura? Sei più propenso a lasciare spazio all’istinto quando componi, o cerchi di controllare la struttura delle emozioni per dare loro una forma più definita?
La fragilità delle relazioni ha ispirato il mio processo di scrittura degli ultimi anni, dalle fragilità possiamo trarne forza, dai fallimenti possiamo comprendere il valore delle vittorie, dai nostri limiti possiamo imparare come sia possibile superarli, e se è possibile farlo.
Comprendere le proprie fragilità è sempre un lavoro molto faticoso, accettare i propri fallimenti lo è altrettanto, e posso dire che all’inizio di questo percorso sono stato un illuso che decide di intraprendere la strada della disillusione, tutto ciò non è necessariamente negativo, per me è stata una grande occasione di crescita. Ho attraversato l’inverno del mio cuore, per giungere a nuove primavere.
Il tuo prossimo album raccoglierà i singoli pubblicati negli ultimi anni, segnando un percorso di maturazione. Pensi che Cuore d’inverno sia un punto di arrivo di questa fase, o un nuovo inizio? E c’è un’idea centrale che lega tutti i brani del disco?
Cuore d’inverno è giunto fin qui grazie ai lavori precedenti, ogni canzone che ho scritto negli ultimi anni racconta un pezzo di percorso fatto ed è come descrivere le tappe di un viaggio interiore, una profonda riflessione sul valore umano, sul valore dei sentimenti, sul peso dell’anima, se in qualche modo ci salverà o no, alla fine di tutto.