“Facciamo finta” è il terzo singolo in uscita dell’artista e cantautore napoletano Goliardo, sotto BruTaLabel.
Il pezzo richiama sonorità acustiche, calde e cantautorali, pur non abbandonando una vena rap declinata in uno stile di cui l’artista ha già dato un assaggio nel precedente lavoro (“Amici”): quello del “freestyle melodico”, con versi concatenati gli uni con gli altri, autoalimentati, che danno vita a melodie continuamente diverse e potenzialmente infinite.
Si tratta, probabilmente, del primo brano in cui si ha la possibilità di ascoltare anche un’altra dimensione espressiva dell’artista, nettamente più intima, cantautorale e da menestrello, rispetto invece ad esempio a quelle di grande foga, rabbia o ironia dei lavori precedenti.
Il testo, che nasce in forma di poesia, ruota attorno alla potenza evocativa dell’espressione “facciamo finta”, a conferma di un fil rouge che collega lo stile di scrittura di Goliardo al più istintivo modo di parlare infantile.
Goliardo è lo pseudonimo di Riccardo Buono, classe 2003 proveniente dalla provincia di Napoli.
Inizia ad appassionarsi alla musica verso i 13-14 anni provando a suonare la chitarra da autodidatta, continua poi studiando pianoforte, ampliando il repertorio quindi anche a quello classico, e solo successivamente inizierà a scrivere musica propria col presupposto di non precludersi, a prescindere, a nessun genere musicale:
indie, soft rock, surf punk, cantautorato, rap, pop, hyperpop, musica classica, elettronica.
La voce utilizzata in modo acceso, coinvolgente e comprensibile e la scrittura tanto psichedelica e liminale quanto diretta e sputata senza retorica sono le caratteristiche fondamentali della sua musica, che tenta di oscillare sempre tra l’estremo folle e rabbioso e quello invece più calmo, preciso e meditativo nel descrivere il dettaglio, dopo averlo osservato con attenzione.
Ad aprile 2024 esce il suo primo singolo “15”, pubblicato con BruTaLabel, dalle sonorità indie ed elettroacustiche, che mette in luce già una bozza di tutte queste caratteristiche sopracitate.
La scelta del nome Goliardo ben si addice alla capacità di Riccardo di passare dall’ironia alla profondità con una certa spontaneità, ma in realtà ha a che fare con l’ apprezzamento per una scrittrice italiana del ‘900, Goliarda Sapienza appunto, dopo la lettura del suo libro “L’arte della gioia”.