Di cosa parla “Sorpreso disincanto”? Intervista a Mariné

É uscito venerdì 12 aprile 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Mariné, nome d’arte di Alessio Marinelli. Il brano nasce dalle profondità del cuore e accompagna l’ascoltatore in un intenso viaggio emotivo: quello dei labirinti amorosi, dove ognuno di noi si è perso almeno una volta. Immaginate le melodie avvolgenti di Harry Styles, l’energia di Shawn Mendes, il tocco poetico di Levante, l’originalità di Francesco Gabbani e la sincerità di Ermal Meta. Ora, aggiungete il tocco pop di Mariné: il risultato è “Sorpreso Disincanto“.

Questo brano è una confessione, uno specchio delle emozioni che nascono, crescono e talvolta si perdono nei meandri delle relazioni. È la storia di un viaggio dal passato al presente, dove il futuro è incerto, fermo a un bivio: la scelta è tra l’affrontare il disincanto della realtà o il lasciarsi trascinare, seppur consapevoli dell’imminente delusione.

L’ispirazione per “Sorpreso Disincanto” arriva dall’esperienza personale, un dialogo tra colleghi che hanno condiviso turbamenti e risate. Il singolo si distingue per la sua apparente semplicità armonica, una danza su due accordi che, sotto le mani del produttore Alessandro Liccardo e arricchita dal sax di Alex Di Rocco, si trasforma in un mix irresistibile di twist, country e blues. 

Noi lo abbiamo intervistato per voi, curiosi di sapere quale fosse il suo approccio alla musica e molto altro, ecco com’è andata!

Come ti trovi a Chieti e come pensi che queste zone abbiano potuto influire sul tuo modo di scrivere e sulle tematiche da te trattate?

La mia formazione avviene in un contesto di provincia, lontano dalle frenetiche energie urbane. Crescere in un piccolo centro implica un intreccio unico di esperienze collettive e una forte connessione con la vita comunitaria. Le storie personali si fondono con quelle degli altri, in un tessuto sociale che influenza inevitabilmente le storie da me descritte. Tuttavia, questa dimensione provinciale ha anche i suoi difetti: l’accesso limitato alle risorse e alle opportunità può rallentare il percorso di emergere nel mondo della musica, come è successo nel mio caso.

Di cosa parla in particolare “Sorpreso disincanto”? E quanto c’è della tua storia personale qui dentro?

“Sorpreso Disincanto” racconta un momento di improvvisa consapevolezza, un risveglio da un’illusione affettiva. È come se una magia si spezzasse, rivelando una realtà diversa da quella percepita. Questo brano nasce da un’esperienza personale, ma si alimenta anche delle storie condivise con un amico, un mio ex-collega, che hanno contribuito a plasmarne il contenuto.

Sei un artista solista o forse ti sei ritrovato solista?

La mia esperienza musicale inizia come corista in contesto ecclesiastico, per poi evolvermi in cantante principale di una band. Successivamente intraprendo un percorso solista, per poi tornare a essere frontman di una band, e ora mi ritrovo nuovamente come solista. Il futuro? È aperto a ogni possibilità.

Quali sono le tue esperienze musicali precedenti e che rapporto hai con la dimensione “band”?

Accumulando diverse esperienze, sia come musicista solista che come membro di diverse band, suonando in varie location, dalle piazze ai pub fino a eventi privati in tutta Italia posso sicuramente dire che il palco è il mio habitat naturale. Ma trovo che il mio pieno potenziale artistico si esprima al meglio quando sono accompagnato da una band. Le vibrazioni e l’energia del live con una band mi permettono di sentirmi completamente a mio agio.

Qual è il ruolo politico o culturale di un cantautore oggi? Credi che una canzone pop possa veicolare anche dei messaggi importanti? Ci fai qualche esempio?

Finora, ho focalizzato la mia musica sulle mie esperienze personali, evitando di affrontare direttamente temi politici. Credo fermamente nell’importanza di lasciare la politica a coloro che sono preparati e determinati a farla nel modo giusto. Tuttavia, la musica è un potente strumento per sensibilizzare su temi sociali e per fare denuncia. Un esempio significativo sul quale voglio dare spazio è “Mio zio” di Carmen Consoli, un brano che affronta con maestria e intensità il tema della violenza sui minori e dell’ipocrisia sociale; un tema che da genitore mi tocca ancora di più. Questa canzone mette i brividi e ci ricorda come spesso il male si nasconda al di sopra di ogni sospetto. Rappresenta un esempio tangibile di come la musica possa dare voce a questioni importanti e spingere all’azione sociale e alla denuncia.

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