É uscito venerdì 5 gennaio 2023 il nuovo singolo di Leiden dal titolo “Tutto se ne va“, un brano alternative pop con produzione orchestrale/cinematica, prodotto da VIANI. La canzone nasce subito dopo il rientro dalle vacanze estive dell’artista, qui Leiden, originario di Pescara ma di stanza a Milano, descrive la lontananza dalla propria città e dalla propria famiglia.
Le strofe sono frasi breve e dirette che fotografano esattamente la quotidianità malinconica e turbata dell’artista fuori sede. Nel bridge Leiden sussurra una parola dopo l’altra rendendolo così un discorso in crescendo d’intimità e vulnerabilità, che sfocia poi in un grido disperato nel ritornello. Quest’ultimo è un salto nell’immenso vuoto che prova ogni volta che parte e saluta casa, la strumentale ne è lo specchio, da delicata e flebile diventa epica, quasi apocalittica.
Tornati dalla vacanze, in questo periodo così attuale per quanto riguarda la nostalgia di casa, lo abbiamo intervistato.
Come mai hai scelto proprio il nome Leiden, per iniziare questo tuo progetto?
Non sono stato io a scegliere il nome Leiden, bensì è stato lui a scegliere me: un periodo sognavo una frase ricorrente criptica e non ben definita che terminava con “..e infine saremo io e te, Leiden”.
Non riuscendo a dare un significato al sogno, nel tentativo di farlo ho scelto di portarlo con me nel mio nome d’arte.
E cosa ti ha spinto ad allontanarti da Pescara?
La noia, la routine, le solite facce, gli stimoli mancanti, la voglia di realizzare un sogno ed essere disposti a tutto pur di farlo.
A Pescara vivevo bene, avevo un lavoro ben pagato, i weekend liberi, la mia famiglia e la cerchia di amicizie ma stavo già cadendo nella banalità della quotidianità a 22 anni.
Dopo un viaggio solitario in Grecia ho capito che l’età giusta per rischiare è questa, e sono partito per Milano.
Cosa rende difficile vivere a Milano?
Scusate il gioco di parole… ma sarebbe difficile trovare cosa non rende difficile vivere a Milano.
È una città che corre e chi ci vive avendo fretta di arrivare non tende la mano ma fa a spallate per sovrastare l’altro ed emergere. Quasi in tutti i casi i rapporti sono mirati ai propri interessi ed ogni parola è mirata ad uno scopo individualista.
Oltre questo incidono molto il costo della vita, la sicurezza, il caos e il sentirsi costantemente sotto stress. Per ogni punto che ho elencato riesco però a trovare un’opposto positivo, nonostante la vita a Milano sia sacrificata, è una città che offre se si è disposti a mettersi in gioco, rimboccarsi le maniche e lavorare.
Ti è mai capitato di riavvicinarti a ciò che avevi scritto e pubblicato nel 2017? Cosa pensi sia cambiato da quel momento? E cosa pensi possa cambiare in futuro?
Assolutamente, molte volte istintivamente il mio approccio alla scrittura è lo stesso. Da allora è cambiata sicuramente la consapevolezza di ciò che faccio e la mia visione della musica.
Prima ero istinto creativo puro, volendo rendere la mia passione lavoro ho dovuto limare alcune parti e rafforzarne altre, ovviamente ci si lavora costantemente. Spero che in futuro la mia musica possa arrivare più chiaramente, con ancora più sinteticità e semplicità, che sono le chiavi della comunicazione.
Cosa bolle in pentola per il 2024?
Mi sentirete rappare di nuovo.