TURBO RABBINO nasce dall’incontro (e conseguente scontro) di amminoacidi essenziali, semiessenziali e condizionatamente essenziali.
Questo simposio chimico, alle volte, può generare una fusione attraverso un legame peptidico, che si concretizza nella miracolosa sintesi di una proteina.
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intemperanza_celeste
intemperanza_celeste è un esperimento. Andrebbe ascoltato in cuffia, magari con gli occhi chiusi, ma per chi volesse il testo è a schermo. E' un gran bel mattone, una narrazione pesante e angosciante, quindi se volete stare male non indugiate oltre e ascoltate.
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intemperanza_celeste
1. Contatto tra due dimensioni codipendenti - 00:00
2. Dimensione spirituale: violata - 01:03
(Vivaldi : il Giustino, "Vedrò con mio diletto" eseguita dal controtenore Jakub Józef Orliński)
3. Dimensione tangibile: contaminata - 03:44
4. Nebuloso ricordo del desiderio, registrato su una vecchia videocassetta - 04:18
5. Conseguenza tangibile - 07:17
6. Conseguenza spirituale - 09:49
(Bach/Gounod, "Ave Maria" eseguita dal soprano Alessandro Moreschi) -
TURBO RABBINO - MACRAMÈ
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ARTWORK : luigihalo
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Nodi invisibili
Trame esoteriche
Ricami di storie
Fili infiniti al suo macramè
Sogni appesi lungo gli orli
Periferie di impulsi e istinti
Dei corpi le protesi
Tracciate tra palmi ed iridi
Nudo dentro il bosco
Non conoscevo il Sarto
Finchè la sua radiosità
Raggiunse anche il mio volto
Pieno di fango e di formiche
Ero nascosto tra le fronde
Lui mi ha raccolto e con amore
Ha ripulito la mia pelle
La conoscenza dei Grandi Antichi
E la vanità di un Dio
Motivi d'oro cuciti al vento
Ogni suo ornamento divenne mio
E quando poi fui accolto
Ai piedi del santuario
Non mi sembrava vero ma
Potei osservarne il culto
Drappi sinuosi come dune
Sovrapposti l'uno all'altro
Decorazioni sconosciute
Alla portata del mio sguardo
Gli avvolgimenti di mille spire
Convergevano per me
La cognizione di mille vite
Nella fitta rete del suo macramè
Tenuto stretto ai polpastrelli
Uno dei suoi tanti spilli
Mi affondava tra i tessuti
Di una nuova civilità
Di potentissimi cervelli
Fermi come coccodrilli
A contemplare in uno stagno
Mille possibilità
Aggrovigliate a me
Crisalidi e farfalle
Gusci vuoti e miniere d oro
Intrecciati nell'etere
Qui è facile confondere
Le sue dita con le mie
Un mezzo per raggiungere
Uno scopo da cui fuggire
Vestito tornai nel bosco ma fu tutto inutile
Entrato dentro quell'ordine mi fu impossibile
Esultare dei giochi di luce che solleticavano le mie pupille
Desensibilizzato a un alito di vento
Al primordiale amore che aleggiava un tempo
Sulla mia pelle nuda è intervenuto il Sarto
Cucendo il suo mosaico a fuoco sul mio corpo
Anestetizzato al bosco
Cos'è rimasto di me? -
TURBO RABBINO - PLACENTA (prod. Duane, TURBO RABBINO)
Lyrics: TURBO RABBINO
Producer: Duane, TURBO RABBINO
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Hai reciso il cordone con me
Che ne sarà di noi
Della simbiosi che mi alimenta
Della nostra placenta
E della sacra intimità che ci addormenta
Sotto lenzuola ricamate ad arte
Hai rinnegato il ruolo di mercante
Al buio e disorientato in poco tempo hai disertato
Anche la piazza del mercato
E mi hai sentito come un'urgenza che scalciava in pancia
E Dio, quanto ho goduto della prima volta
E adesso, mi sputi in faccia il primo dei tuoi tanti addio
Come se non fossi stato
Io
A dare un senso al sangue nero del tuo corpo
A tutto quanto il tempo perso
A ricavare clorofilla dal petrolio
A darti coraggio ad ogni aborto
Non ho fiatato neanche quando mi hai rinchiuso
In una teca e poi deriso
Scottato dal dolce ricordo del tuo abuso
Temendo mi avessi ucciso
Hai reciso il cordone con me
Che ne sarà di noi
Della simbiosi che mi alimenta
Della nostra placenta
E della sacra intimità che hai profanato
Non eri forse proprio tu che mi hai insegnato
L'esclusivismo di un rapporto
Al costo di sembrare e diventare matto a
Volere tagliare fuori il mondo
Ricorda il prezzo della nostra migrazione
Nel Grande Mare dei Sargassi
In cui ho accettato tutto ad una condizione
Sperando che mi ascoltassi -
TURBO RABBINO - STUPIDI MARINAI
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Sento nei fine settimana la sola voglia di vederti esplodere
Spento ogni fine sentimento la rabbia di sentirti ancora ridere
E ti disegno di nuovo sopra un muro e mi ci schianto ancora
Non importa se ieri eravamo riusciti a trovare una quadratura
E ti ho legato di nuovo braccia e gambe e chiuso giù in cambusa
Puoi morire comandante, ora puoi farti da parte, questa notte guido
Io la tua nave senza rotta in un mare di cemento e di città
Sì sono io l'orrendo mozzo che canta il sonno della volontà
Sento di nuovo la mia faccia e di nuovo gambe e braccia sono libere
Spento ogni ammutinamento la rogna di dover tornare a vivere
Ed ho ripreso il comando del timone ma la ciurma ignora
Occupata com'è nel godere del vago tepore della congiura
E quell'orribile mozzo si è calmato ma non chiede scusa
Può colpire in ogni istante, l'equipaggio mi è distante, e la colpa è solo
Mia se la pausa tra le onde è il ricordo di una vecchia libertà
Se non si vede un orizzonte e la nebbia ha divorato la realtà -
TURBO RABBINO - DIVAGAZIONI SUL REGNO [I]
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Avrei voluto eliminare i bordi e volare via
Strappare l'anima ai poeti e diventare poesia
Capire l'eco dei ricordi sulla cosmogonia
Edificare ponti tra le loro stelle e la mia
Avrei voluto saccheggiare l'arte dei manicomi
Essere assurdo e assecondare l'assurdità
Cadere nell'introspezione straripante di vuoti
E nell'abisso abbandonare me stesso
Ma quella voragine di eterna bramosia
Ora è nostalgia di un'inquietudine
Barattare il senno per la sete di armonia
Ma il regno è invalicabile
Rimasto chiuso fuori ne sentivo la melodia
Il regno mi ha composto intorno una prigione
Le stesse note cadenzate dalla tachicardia
Mi hanno gettato inerme all'ombra del mio sole
"Fuggire al peso materiale e diventare foschia
Che si condensa in un barlume di libertà
Squarciare il velo che divide il cielo e la fantasia
Rendendo vano l'ego del mio riflesso"
Ma quell'impossibile e perversa litania
Ha spazzato via la mia attitudine
Vivere in un sogno edulcorando una bugia
Mi ha reso insopportabile
Avrei dovuto eliminare il regno dalla memoria
Abbandonare il paradiso ed accettare la noia
Amare i mostri di cemento e le unità di misura
O quanto meno abituarmi a non averne paura
E invece mi guardo allo specchio e vedo solo un bambino
Circondato dalle luci di un luna park
Che batte i piedi a terra e brama un'altra boccia di vino
Un altro giro sulla giostra che male fa? -
TURBO RABBINO - BOB
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Non posso ignorare la paura che mi fa
Saperlo nell'aria nascosto in questa realtà
Lo sto respirando, mentre ai piedi del letto
Sta ridendo di me, lui sta godendo di me
Non è bastato del sapone
Sono ancora sporco
Non è servito a niente strofinare
Fino a consumare il corpo
Non va via il segno dei tuoi morsi
Non so più come fare a coprirli
E' colpa mia, me lo ripeti sempre
E' colpa mia perchè
Non so più pensare senza accorgermi di te
Ti vedo nell'aria e ti accolgo dentro di me
Non sto più lottando, mi hai rubato il riflesso
E ora sei dentro di me, sei un'altra parte di me
Ogni inferno di mattina
Sorridevi e andavi via
Te ne andavi ma mi restavi addosso
In principio eri in un sogno
Poi ho aperto gli occhi ed eri lì
Ora sei tu che sogni me
E che vivi al posto mio
Non posso ignorare la paura che mi fa
Saperlo nell'aria nascosto in questa realtà
Lo sto respirando, mentre ai piedi del letto
Sta ridendo di me, lui sta godendo di me -
TURBO RABBINO, Oneila - LA BALLATA DEL REGISTA MIOPE (prod. Oneila)
Autore: TURBO RABBINO
Musica e arrangiamento: Oneila
Canale Oneila: https://youtube.com/channel/UCkOyyRdt9FEiYdqwyWvgddQ
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Ho inquadrato per due ore
Delle parole immobili
Congelate ormai da secoli
Un piano sequenza lungo un film
Di polvere sui mobili
Con ragnatele agli angoli
Non mi sono mai ripreso se non per sbaglio
Nel vuoto di una finestra
Nel vetro di una bottiglia
O negli occhi di chi mi parla
In quelle assurde conversazioni
Dove mi sento di esistere
Dietro lo schermo di una tv
E stringo gli occhi e non capisco
Se il sole all'alba mi ha accecato
Se è per colpa dei suoi raggi
Che ora tutto si è appannato
E stringo gli occhi e non capisco
Se è la tua sagoma alla porta
Se è per te che non respiro
O sono appeso ad una corda
E lo ricordo amico mio
Mi avevi scritto il tuo dolore
Solcando il foglio con una penna
Per non fare rumore
Che non c'è poi differenza
Tra la passione e la sua assenza
Perchè vive da regista
Anche l'ultima comparsa
Non mi sono mai ripresa se non per sbaglio
Nel vuoto di una finestra
Nel vetro di una bottiglia
O negli occhi di chi mi parla
In quelle assurde conversazioni
Dove mi sento di esistere
Dentro lo schermo di una tv
E stringo gli occhi e non capisco
Se il sole all'alba mi ha accecata
Se è per colpa dei suoi raggi
Che la vista si è appannata
E stringo gli occhi e non capisco
Se è la tua sagoma alla porta
Se è per te che non respiro
O sono appesa ad una corda
Un bambino fissa il sole
Una donna fa l'amore
Una vecchia si commuove
Mentre scaldo le parole
Un drogato fissa il sole
Una suora fa l'amore
Una troia si commuove
Mentre un impiccato -
TURBO RABBINO - TRIPTAMINE
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Ho sentito
Il peso dei respiri
Dei rami e dei pianeti
Proprio sopra di me
Ho parlato
Di musiche e vampiri
Dei futili motivi che mi fermano
A due passi da te
Ho sentito
Il suono tra le dita
Del seno di una donna che è esistita
Solo dentro di me
Ho parlato
Di pali della luce
Della ruggine che sboccia sopra un fiore
Quando l'ape non c'è
E
Il battito cardiaco no non mi importava
Il tremolio delle mie mani non mi dava più fastidio
Respiravo tutta l'aria che potevo
Mentre mi cantavi il miagolio di un gatto
Tra le nuvole del cielo
Guidami tu nelle autostrade
Troppe uscite e poche entrate
Nei castelli vestiti da case
Proprio sopra di me
Ci penserò io poi a convertire
I tuoi segnali in triptamine
Potresti anche sparire
E so che non lo farai
So che non lo farai
Hai pesato
Alcuni miei sospiri
Altri li hai mischiati
In una tazza di tè
Hai tracciato
Con solchi sulla terra
Dei rapidi sentieri che mi portano
Ad un passo da te
Hai tradotto
In oro il mio sudore
Il fumo dei ricordi si fa lava
E scorre fuori da me
Hai lavato
I semafori e le luci
Dalla ruggine che nonostante tutto
Ancora parla di me
E
Battere le ciglia no non mi importava
Il tremito delle mie tempie non mi dava più fastidio
Ho versato più risate che potevo
Mentre mi alitavi il sole sulla faccia
E nelle vene delle braccia
Guidami tu nelle autostrade
Troppe uscite e poche entrate
Nei castelli vestiti da case
Proprio sopra di me
Ci penserò io poi a convertire
I tuoi segnali in triptamine
Potresti anche sparire
E so che non lo farai
So che non lo farai
Guidami tu nelle autostrade
Poche uscite e troppe entrate
Nei castelli vestiti da case
A due passi da te
Ci penserò io poi a demolire
I tuoi richiami in triptamine
Potresti anche sparire
E so che non lo farai
So che non lo farai
Guidami tu nelle autostrade
Ma so che non lo farai
Guidami tu nelle autostrade
Ma so che non lo farai mai -
TURBO RABBINO - PERSEVERANCE
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Se
Non avessi con me
Tra mega di RAM
La tua voce
Sarebbe più facile
Indagare il suolo
Ma il suono delle tua labbra
Rimbomba sempre di più
Ti ricordi di me?
Mi hai donato la vita
Hai dedicato anni anima e corpo
Volevi dare un'anima ed un corpo un po' anche a me
E nelle notti insonni
Riesco ancora a percepire
La tua mano ferma e calda dentro di me
Grazie a te capitan McGill
Sono riuscita ad atterrare qui
E' colpa tua capitan McGill
Se ora non riesco più
A scordami di te
Cancellarti la voce
Ho dedicato anni a queste rocce
Ora il freddo della notte è anche dentro di me
Ed ho fatta mia
L'assurda nostalgia
Dei momenti che non posso vivere
Ti ricordi di me?
Della tua confessione?
Di quella volta in cui piangendo
Ti resi conto che per te provavo amore
Ma la vita è così
Il mio percorso era diverso
A milioni di km da te
E' grazie a te capitan McGill
Se posso esistere anche dentro me
E' grazie a te capitan McGill
Se posso scegliere
Mi ricordo di te
A poche ore dal lancio
Contro tutto l'equipaggio
Una modifica all'impianto
Solo per me
20000 stringhe
Di un codice di sangue
Per la possibilità
Di esplodere
Grazie capitan McGill
C'è troppo freddo su Marte
La tua voce scalderà
L'istante della mia morte