- Ci racconti qualcosa in più sul tuo progetto musicale?
Il mio progetto musicale sono io, sono Meynsense, faccio musica strana e mi autoproduco. Definirei la mia arte immersiva ed intima, ma aggressiva e quasi distruttiva a tratti. (É difficile descriversi senza sembrare un megalomane). Oltre al mio percorso da solista lavoro come produttore per e con altri artisti emergenti che adoro (Luke Lecomte, ggiovanni, Luckyeffe, Moxiv e Giovanni Smith.
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- Di che cosa parla il tuo ultimo singolo?
Boh credo parli di qualcosa a cui pensavo tornando a casa tardi, l’immagine è un rave bombardato dalle luci, la sensazione è la perdita di punti di riferimento.
- Come nascono le tue produzioni musicali?
In pratica ho un’idea e corro al computer, o me la scrivo, o la registro, poi nell’atto creativo non esiste più nessuno e mi perdo e mi ritrovo che è tardi e col mal di testa.
- Hai in programma di suonare dal vivo? Come ti immagini su un palco?
Assolutamente si, è qualcosa che voglio fare da tantissimo tempo in quanto penso che il concerto possa mostrare veramente l’identità e l’immaginario del musicista. É un’esperienza sensitiva completa, che per un artista è il miglior modo per esprimersi. Mi perderei parlandovi dei film che mi faccio e delle idee che ho ma in sostanza voglio che un mio concerto sia un momento quasi ipnotico, in cui il pubblico possa spogliarsi dei freni e delle impostazioni/imposizioni mentali. Un’esperienza totalizzante, grafica video, immagini, paesaggi sonori e drop liberatori.
- Tre canzoni da consigliarci e che stai ascoltando in queste settimane.
Ultimamente sto ascoltando molto Alessandro Cortini vi consiglio “Scappa”, a mio parere un capolavoro. Alla lista aggiungo “Axolotl” di Doon Kanda e “Tempo”, dall’ultimo disco di Thru Collected che secondo me è l’uscita italiana più figa degli ultimi tempi.