Maschera di Recidivo

“MASCHERA” E’ IL TITOLO DELL’ULTIMO SINGOLO DI RECIDIVO

In anteprima video su Sky Tg24, arriva “Maschera”, il nuovo singolo di Recidivo, scritto e prodotto da Andrea Zerillo con la collaborazione artistica ed esecutiva di Raffaele Montanari (PMS Studio - edizioni BMRG) in uno straordinario  featuring con  la voce di Simone Baglio, la quale apporta al brano una coloritura ritmica inimitabile

Rime scomposte e per questo inaspettate, donde si desume un linguaggio al passo con i tempi, senza sfociare nella banalità. In un momento musicale come questo, dove vige una  profusione di generi musicali che si definiscono in qualche modo “rap”, l’ultimo pezzo di Recidivo lo rappresenta nella sua essenzialità, in un cortocircuito di botta e risposta, che suona come un dialogo con se stessi.

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E’ così che si presenta Recidivo al secolo Riccardo Rota; classe '99, artista giovanissimo e intraprendente, Riccardo decide di raccogliere tutta la carica emotiva e la positività  sia nel Rap stesso, che in altri generi, e di trasformarla in parole ed emozioni che possano essere d’ispirazione anche per gli altri, per  raccontare sensazioni e sentimenti. Non a caso tanti lo hanno definito un rapper 'gentile'. Dopo i primi singoli pubblicati con la da SM Production, nel 2021 Riccardo esce con il brano “ Ue e” (feat. G Saint), che raggiunge oltre trecentomila stream in tutte le piattaforme; mentre da quest’anno, l’artista inizia la collaborazione con la label PMS Studio e l'editore BMRG, con cui pubblica il singolo attuale intitolato appunto “Maschera”.

“ Uno nessuno, centomila”: il filo del pensiero pirandelliano scorre tra le righe di un brano che vuole raccontare come oggi giorno, indossare una maschera sia diventata una necessità. Partendo dall’attualità, da quella che oggi è diventata un’abitudine - ovvero coprirsi parte del volto con una mascherina a causa di una pandemia non ancora sconfitta - Recidivo riprende un liet motiv che ha una storia  molto più antica del modello pirandelliano.

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Se solo pensiamo all’uso delle maschere di cui facevano uso gli uomini primitivi – anche solo dipingendosi il volto e quindi creando un’identità altra, capiamo come quello di far vedere in modo completo ed evidente la propria faccia, sorga da un’esigenza interiore. Sempre riferendoci a Pirandello, ma guardando anche più in là nel passato, vediamo come nel teatro greco antico, nasca l’idea di indossare una maschera quando gli attori recitavano: questo permetteva a loro infatti di assumere le sembianze che più desideravano, potendo quindi diventare chiunque.

L’idea di mascherare la propria identità non deriva solo quindi dalla volontà di nascondere una parte di sé, ma anche di assomigliare ad un modello presente nella nostra mente. Tuttavia vediamo come questo concetto, che nel teatro risponde all’esigenza di una vera e propria finzione, diventa poi, nella realtà, un modo di affrontare il quotidiano.

Quella che oggi appare un’abitudine concreta è quasi un comportamento consolidato e tanti giovani, anziché esprimere se stessi in maniera spontanea e trasparente, indossano una maschera, la quale purtroppo, non viene rimossa dal volto, nemmeno nelle relazioni più intime, come può essere quella di coppia, ma anche quella famigliare, comprese anche le amicizie più strette.

Il brano di Recidivo racconta proprio di questo rapporto “in maschera”: nonostante la complicità tra i due protagonisti, alla fine si scopre che solo le loro maschere sono compatibili, mentre il resto non lo è. La loro vera essenza, la loro anima, rimane prima sconosciuta, per poi dimostrarsi inconciliabile. Si arriva quindi all’amara conclusione di come le due persone, siano in realtà molto diverse tra di loro.

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Il video, la cui regia è stata affidata a Milo Barbieri, rappresenta visivamente questa idea: l’intento è quello di far  trasparire la differenza di personalità, che ognuno assume in base alla situazione e al contesto sociale. Il bene da una parte e il male dall’altra, sono i panni di cui si riveste il protagonista del video, ovvero Recidivo, in modo da porre in evidenza  le estreme contraddizioni e il dualismo che caratterizzano l’essere umano, il tutto in un chiave ironica, che lambendo le profondità interiori umane, apporta un andamento del brano fluente.

Sonia Bellin

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