Pucci

LORENZO PUCCI, un'intervista all'artista "sempre in ritardo"

Ciao Lorenzo, ci parli del tuo ultimo disco “Sono sempre in ritardo” e del video omonimo uscito in questi giorni?

L'album è uscito il 17 novembre su tutte le piattaforme ed è il frutto del lavoro di 2 anni e mezzo. A questo progetto hanno lavorato moltissime persone e con quasi tutti ci legava già una precedente amicizia, il che ha reso tutto più facile ed entusiasmante. Il video invece è uscito il 10 dicembre ed è nato da un'idea partorita insieme a Federico Mezzana, con cui gestisco a metà tutto il progetto artistico, e poi portata all'attenzione di Simone Mastronardi il nostro regista. È venuto fuori tutto in maniera molto naturale infatti, sia l'album che il video, rappresentano in pieno quello che sono e quello che sento in questo momento della mia vita.

La tua musica e la tua scrittura si legano molto alla tradizione della scuola romana, quanto ha influenzato la tua vita musicale? Ci sono artisti particolari a cui ti ispiri o senza i quali non esisterebbe il tuo album?

La scena cantautorale romana è sempre stata molto florida. Sicuramente ci sono, in tutti i cantautori romani, un'atmosfera e un immaginario influenzati dall'appartenenza alla nostra città. Io in particolare ne stimo molti delle generazioni più grandi e devo dire che, da qualche anno a questa parte, si sta ricreando un fermento artistico veramente di spessore a Roma. Per quanto riguarda la mia ispirazione però, è molto più ampia e deriva da analisi e approfondimenti fatti dagli ascolti d'infanzia fino a quelli attuali. Sicuramente il cantautorato italiano è una delle maggiori fonti d'ispirazione.

C’è un brano del disco a cui sei particolarmente legato e perché?

  Intervista a Isohel & BennyKaay con il singolo “it’s always the same..”

È impossibile dire a quale brano sono più legato. Ogni brano rappresenta una piccola parte di me e del mio vissuto, in ogni testo c'è un riferimento alle persone importanti che fanno parte della mia vita. Sarebbe come chiedere un genitore quale figlio preferisce.

Se tra un anno dovessimo rifare questa intervista, cosa vorresti poter dire?

Vorrei poter dire di essere contento di aver suonato in giro il mio album e di essere riuscito a diventare indipendente economicamente con la musica, perché vorrebbe dire che è diventata definitivamente il mio lavoro.