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Intervista con gli EMOTU

Dal 6 maggio 2022 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali “Mar Turchese” il nuovo singolo degli EMOTU

Il “Mar Turchese” è quel mare limpido a sud della Turchia, la cui costa prende il nome dal colore dei riflessi e delle trasparenze di quelle acque. Come è questo mare, dovrebbe essere l'amore universale, compreso quello "differente", scomodo, contestato, schernito da quella parte di società che superficialmente lo considera ancora oggi in qualche modo sbagliato. La canzone poggia su metafore e significati atti un po' a provocare la sensibilità collettiva, invitandola all'evoluzione verso un pensiero più moderno di idea sull'amore.

Prima domanda per rompere il ghiaccio: chi sono gli EMOTU?

Ciao! bella domanda! gli EMOTU sono un’ “evoluzione” (ci piace questo termine perché sarà anche il titolo del nuovo album!) di un progetto che ha radici lontane, che però nel 2017 si è rifondato con una nuova idea di scrittura che prende a piene mani sonorità dall’indie attuale, dalla musica autoriale e dalla new wave storica e recente, oggi infatti la nostra formazione è una mescolanza di generazioni sia giovani che “mature”.

In questi 4/5 anni abbiamo fatto un disco “Meccanismi Imperfetti” che ci ha dato molte soddisfazioni, ci ha portato su palchi prestigiosi come quello del Deejay on Stage di Riccione o l’Ariston per Sanremo Rock, ma anche in Rai, in tante belle situazioni sia live che radio/Tv.o riviste di settore come Rockerilla e Rumore.

Da queste esperienze ripartiamo con un nuovo lavoro che speriamo possa bissare quanto già fatto.

Parlateci un po’ del vostro background musicale: qual è stata la vostra formazione e quali sono gli artisti che vi hanno ispirato?

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Veniamo da mondi molto differenti ma anche convergenti, io,( Maxx, il cantante/tastierista) vengo dall’elettronica, dall’industrial e dalla new wave, ma anche dalla musica sinfonica e contemporanea, ho un background fatto di conservatorio ma anche di esplorazione sonora, mentre Barny (Daniele Bagni) avendo suonato tanti anni come professionista con i Litfiba, Piero Pelù, Ladri di Biciclette ha un background molto variegato come ogni buon professionista può vantare, sicuramente rock, sicuramente quello di qualità, con noi da pochi mesi suonano anche due musicisti giovani che ci accompagneranno in questo percorso, sono Jenny alla batteria (si proprio una quota rosa ai tamburi!) e Alessandro alla chitarra.

Gli artisti che più ispirano “questo nostro transito terrestre” lo abbiamo appena spoilerato! Sicuramente Franco Battiato, ma siamo molto legati anche ai grandi anni 90 italiani, quelli dei CSI, dei Litfiba appunto, dei Bluvertigo, Subsonica, della Consoli, invece internazionalmente ci piace più ricercare nei lontani 70 ed 80, in Peter Gabriel, Talk Talk, negli Ultravox, Depeche Mode.

Qual è il messaggio che volete trasmettere con “Mar Turchese”?

Viviamo in una società dove il preconcetto verso i rapporti definiti diversi è ancora molto forte, il messaggio del singolo deve far passare la necessità di una grande rivoluzione della mentalità sociale, allineare questi rapporti all'amore più comune è un dovere della società per rispetto verso chi non è uguale a noi. Solo una società intelligente e rispettosa può fare questo, abbiamo la libertà di scelta, se essere una società che guarda al futuro o una ferma ai paletti del preconcetto, delle regole di parte, dei dogmi e di qualsiasi recinto che le tradizioni o le imposizioni ci tengono ancora ancorati.

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Cosa potete raccontarci sulla scena musicale della vostra città e come vi inserite all’interno di essa?

Proveniamo da 3 città differenti , Parma , Modena e Matera e a causa dei nostri domicili facciamo le prove un po’ a Parma, un po’ a Reggio Emilia, un po’ a Modena e lo stesso può dirsi dell’ambiente che frequentiamo, se all’inizio eravamo molto legati alla scena Parmigiana oggi non abbiamo più una precisa collocazione proprio a causa delle diverse provenienze dei singoli, diciamo che siamo Emiliani! Ecco questo sicuramente e come tali sentiamo molto la cultura musicale di questa zona, quella che ha prodotto tante belle realtà artistiche sia indipendenti che mainstream nei decenni e di cui siamo profondamente legati.

Qual è l’elemento che non dovrebbe mai mancare in un pezzo firmato da voi?

Credo la ricerca del suono e la profondità di scrittura in un ambito prettamente pop.

Quali saranno i prossimi step del vostro progetto?

Fra un paio di mesi uscirà l’intero album accompagnato da un nuovo videoclip e successivamente ci concentreremo per portare in giro live il nuovo lavoro che si chiamerà “L’Evoluzione”.

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