Anna Soraes

intervista a Anna Soares

Cantante, cantautrice e producer, studia canto lirico, jazz e sperimentale, piano jazz per passare successivamente ai synth. Dopo due anni di collaborazioni con artisti dislocati in varie parti del mondo, sperimentazioni di songwriting e di produzione, plasma un nuovo genere sonoro a sfondo BDSM, reinterpretando gli schemi canonici dell’elettronica. Le sonorità dark si miscelano con testi che evocano la sacralità dell’universo sessuale. Ha sviluppato una naturalezza e maturità nelle performance riconoscibile ed ipnotica grazie all’esperienza nei live dal 2014 tra club ed eventi. Il background stilistico attinge da artisti quali i Massive Attack, Portishead e Burial, pur evocando nella voce reminiscenze di matrice jazz. L’estetica si rifà invece a quelli che sono gli elementi della comunità kinky e dalla cultura del boudoir.

Le abbiamo fatto qualche domanda sul suo ultimo singolo dal titolo Witch Lust

Che impatto ha avuto la pandemia sul tuo lavoro?
Ho cercato di razionalizzare sin da subito il fatto che ci sarebbe stato un stop di tutto il mondo fuori dalla finestra, e che non avevo minimamente controllo su tutto ciò. Così ho cercato di organizzare e avere lucidità su quel che avveniva dentro la mia stanza e dentro di me. Più mi mancava la dimensione performativa e collettiva della musica, più sentivo la necessità di scrivere, creare, scavarmi dentro, e non perdermi. La musica è stata una compagna che mi ha salvata.

Cosa puoi dirci della tua presenza su Youtube? Qual è il modo migliore di usare questo social ancora poco alla portata di chiunque? Cosa invece puoi raccontarci della tua non presenza su Facebook?
La mia attività creativa su Youtube nasce principalmente dalla necessità di comunicare, non solo musicalmente, ma anche con le immagini e con le parole il mio mondo interiore. Quasi tutti i video musicali delle mie canzoni hanno la mia regia e la mia mano alla videocamera, trovo che le immagini siano un veicolo potentissimo attraverso il quale esprimersi. I video divulgativi, invece, nei quali mi affianco con personalità della comunità kinky italiana, sono un modo per spiegare e normalizzare la sex positivity e le sessualità alternative. Non so se esista un “modo migliore” per essere su Youtube, quel che mi è sempre interessato è l’onestà intellettuale di quel che crei, a prescindere dai numeri.
Facebook, d’altro canto, è un luogo che va bene per i buongiornismi, le dispute su Salvini e le foto dei matrimoni, per cui non ho interesse a promuovere la mia musica lì.

Quanto sono importanti i social quando si ha un progetto musicale?
Molto. Probabilmente dopo il 2020 ancora di più. Vedo i social come un modo semplice e immediato per comunicare chi siamo, il messaggio che portiamo con la nostra arte e le nostre sfaccettature più umane, oltre che un veicolo diretto per creare rapporti di valore con le persone che decidono di supportarci.

A chi sono rivolti i tuoi brani? In particolare, a chi può arrivare Witch Lust?
Io li chiamo “abitanti dei mondi sotterranei”. Sono persone perennemente alla ricerca di qualcosa, curiosi, sperimentatori, fuori dagli schemi, che in un modo o nell’altro si sono sentiti “outsider” e hanno ricercato la loro verità, i loro equilibri, al di fuori delle risposte preconfezionate che non li convincevano. 
Witch Lust può arrivare a chiunque abbia coltivato dentro di sè lo spirito selvaggio, a chiunque preservi una fascinazione per la ritualità e le energie, a chiunque veda la sensualità come la più viscerale forma di magia.

Qual è il modo migliore di entrare nel mondo di Anna Soares?
Spogliarsi dal pregiudizio, dal senso comune e dalle risposte preconfezionate di cui sopra. Avere i sensi svegli ed osservare il mondo, cullarsi nel cambiamento, vivere con gioia il meraviglioso connubio tra corpo e anima.

A chi non è a suo agio col proprio corpo cosa consiglieresti?
Non avere ansia rispetto alle aspettative di una società che vorrà venderti cinquanta prodotti per il viso, programmi dimagranti, o laser depilatori: non andrai mai bene per quella società, e non è questo che ti interessa. Coltivare un rapporto d’amore con se stessi a prescindere dagli standard esterni richiede un lavoro lunghissimo, un esercizio costante di comprensione e razionalizzazione. Sii sempre la versione migliore di te, ma fallo esclusivamente per te. La bellezza è sfaccettatura.

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