Mash sussurra una verità scomoda: imparare ad amarsi non è facile

Nel nuovo singolo “Tu ti ami o no?”, Mash mette in scena il ritratto autentico di un’anima in bilico: una ragazza che ha tutto, almeno in apparenza, ma dentro porta un vuoto incolmabile. Le insicurezze, la solitudine e il silenzio che circonda il suo malessere diventano protagonisti di un racconto sonoro crudo e delicato al tempo stesso. Mash non si limita a raccontare il dolore: lo accoglie, lo ascolta, e lo trasforma in una domanda che arriva dritta al cuore.

Il brano esplora con lucidità il peso di una felicità apparente, dove anche il sorriso più allenato può tradire la verità a chi sa guardare oltre. Ed è proprio grazie a una nuova presenza che qualcosa cambia: la protagonista viene messa di fronte a se stessa, al suo riflesso, e a quella domanda semplice ma potentissima. “Tu ti ami o no?” non è solo un titolo, ma un invito a riconoscere la propria fragilità e iniziare – forse per la prima volta – a trattarsi con amore.
 
“Tu ti ami o no?” sembra una domanda semplice, ma nasconde un mondo. Quando hai sentito il bisogno di scrivere questa canzone?
La mia musica per cuori fragili ha l’obiettivo di far sentire a casa le persone e invitarle a guardare in faccia i propri demoni: questa canzone è nata qualche mese fa per mettere in musica le storie di tante persone, compresa la mia, e dire loro che non sono sole e che, come dico nel pezzo, “non è troppo tardi per vederti ridere”.
 
La protagonista del brano ha tutto, eppure si sente vuota: quanto ti è familiare questa sensazione?
 Molto, per quello cerco sempre di praticare l’arte della gratitudine nei confronti di ciò che ho: essere consapevoli delle piccole cose belle che ci circondando aiuta a mettere in prospettiva anche l’evento più brutto.

Cosa rappresenta per te il “blister” di cui parli nel testo?
È un’immagine potente e dolorosa.
Il blister può essere inteso come l’abuso di psicofarmaci o droghe, ma anche metaforicamente come una persona o un ambiente che non ci fa bene: è facile, quando stai male, cercare soluzioni semplici in cose che ci danno solo un sollievo temporaneo, ma è solo il lavoro su di sé a dare risultati concreti e duraturi.

Hai pensato a qualcuno in particolare mentre scrivevi, o è una figura universale?
Come in quasi tutte le mie canzoni, mi piace fondere pezzi della mia storia a quelle altrui: i racconti delle persone che incontro nelle situazioni più disparate, anche online, sono per me una grande fonte di ispirazione. Anche in questo pezzo, ad esempio, c’è tanto delle storie che la mia community di cuori fragili condivide con me nei dm su Instagram.
 
Quanto ti ha cambiato emotivamente scrivere e urlare questa canzone?
Questo brano mi fa un effetto catartico quando la canto: riesco a sentire meno il peso delle cose, e spero succederà lo stesso con le persone quando lo porterò ai concerti.