“Amore mio”: Alberto Bertoli e l’inno all’amore che non si arrende

Alberto Bertoli - Ph. by Rita Basta
Alberto Bertoli – Ph. by Rita Basta

Con un piede nella nebbia padana e l’altro tra le onde d’Irlanda, Alberto Bertoli pubblica “Amore mio”, un brano toccante che celebra l’amore solido, concreto, capace di resistere a tutto. Insieme ai Modena City Ramblers, Bertoli costruisce un ponte tra stili e territori. In questa intervista ci racconta il cuore pulsante del pezzo.

Alberto, “Amore mio” parla di una coppia matura e solida. Perché hai scelto questa prospettiva?

Mi sembrava una prospettiva originale perché nessuno parla più della mia generazione di quella che è venuta prima. Sono uscito con un mio amico una sera, lui si chiama Francesco Boschetti e mi ha detto “perché non scrivi un album intero che parla di noi” noi persone di mezza età intendeva. In realtà penso che le tematiche siano sempre le stesse, ma è ovvio che a seconda dell’età con cui uno le affronta assumono aspetti differenti ed è bello vedere che ci sono anche questi che riempiono la tavolozza della vita. Questo è un primo passo, vedremo..

La fusione stilistica tra te e i Modena City Ramblers è evidente. Come avete lavorato sul sound?

Io ho scritto principalmente testo e melodia, anche se loro hanno dato una mano sul testo mentre sull’arrangiamento hanno lavorato più loro e io ho dato solo alcuni input. Penso che fosse la maniera più concreta per portare a termine una canzone che si veniva da un mio bisogno, ma che incontrava sicuramente anche il loro si sente benissimo come se la sono portati in casa e l’abbiano fatta risuonare con i loro suoni meravigliosamente Emiliani-irlandesi.

C’è una frase del brano a cui sei particolarmente legato?

La frase che mi piace di più del testo che ho scritto è “sei la spuma della terra in cui sono nato anch’io“ in realtà si rifà al nostro vino, cioè Lambrusco che spuma se viene imbottigliato nella maniera giusta, ma è anche il colore del sangue che ribolle e si sa che questa è una terra dove ci sono state delle lotte molto importanti per i diritti di tutti gli italiani. Infine, l’elemento della terra è un elemento femminile, un elemento fecondo, germinativo che fa nascere moltissime cose. Canzone anche come termine è femminile perché appunto dà vita a tanti sentimenti differenti.

Nel videoclip ci sono immagini che accompagnano il testo in modo molto evocativo. Come è stato concepito?

Il video è frutto dell’immaginazione di Ferdinando Bruno, il mio Manager e compare, e dell’ingegno di Corrado Ravazzini che oltre a essere il regista neanche appunto l’ideatore. Le immagini vogliono sottolineare parti del testo in maniera non prettamente didascalica e in effetti le riprese sotto il leccio sono ulteriori rimando alla terra e alla sua fecondità. C’è poi un finale che lascia l’interpretazione allo spettatore che può concludere il racconto come meglio si sente.

Hai parlato di un “continuum ideale” tra Emilia e Irlanda. Cosa unisce davvero questi mondi?

Penso che siamo cittadini dello stesso mondo. È ovvio che Emilia e Irlanda sono due paesi molto lontani in alcuni aspetti ma condividono sicuramente la radice celtica dei popoli che ci hanno generato. Se guardate la nostra musica è molto simile alla loro, cioè prevalentemente maggiore con un andamento Ballad che torna sempre a capo, mentre i canti up tempo hanno sempre quell’aria popolare. Dal punto di vista delle persone ci sono tante cose da dire: sicuramente siamo due popoli pronti a lottare a combattere a fare guerra per le cose in cui crediamo e non accettiamo sconti, siamo popoli aperti ma anche duri, gentili ma non vigliacchi…

Dopo questo singolo, cosa bolle in pentola per il futuro?

Futuro incerto felicità a momenti diceva una canzone, abbiamo tanti progetti e tanta carne al fuoco ma ancora la direzione precisa non l’abbiamo presa. Staremo a vedere, io sono molto fiducioso.