Morea torna con un brano potente e viscerale: Dopo l’Ipnosi è il grido di chi ha trovato la forza di aprire gli occhi e liberarsi da una relazione costruita sull’illusione. La canzone affronta il tema della manipolazione emotiva e della scoperta della verità, raccontando il momento in cui ci si rende conto di aver amato solo un’idea, una maschera. Con un sound rock graffiante, arrangiato da Roberto Cannizzaro, Dopo l’Ipnosi si trasforma in un inno di liberazione, capace di trasmettere tutta la rabbia, la delusione e la rinascita che accompagnano questo risveglio interiore. Abbiamo intervistato Morea per scoprire di più sul suo nuovo singolo e sul viaggio che l’ha portata a scriverlo.
Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata parte della tua vita?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, fin da quando riesco a ricordare. Non c’è stato un solo momento in cui non fosse presente. Ho iniziato a cantare all’età di 5 anni, e da allora la musica non mi ha mai abbandonata.
Che rapporto hai con la scena musicale della tua città? Ti senti parte di una comunità artistica?
La scena musicale della mia città è per me una fonte di ispirazione e confronto. Anche se seguo un percorso molto personale e spesso introspettivo, sento che ci sono artisti e persone con cui condivido
valori e passione per la musica. Non mi definirei del tutto parte di una comunità artistica, ma quando mi capita di collaborare o di partecipare a eventi locali, mi sento accolta e stimolata a crescere. È un equilibrio tra il mio mondo interiore e quello condiviso con altri artisti.
Se dovessi descrivere il tuo nuovo singolo con tre parole, quali sceglieresti?
Intenso,liberatorio,Graffiante
C’è una frase del tuo nuovo brano a cui sei particolarmente legata?
Una frase a cui sono particolarmente legata é “La recita è finita cadono le maschere,diventi il re del niente..” Questa frase racchiude un momento di rivelazione e verità, in cui le illusioni crollano e la realtà emerge in tutta la sua durezza. “La recita è finita” simboleggia il termine di un periodo in cui tutto sembrava essere una finzione, mentre “diventi il re del niente” esprime l’idea che, senza sincerità e autenticità, si finisce per non avere nulla di veramente significativo. È una frase che per me rappresenta la consapevolezza di quando una persona o una situazione perde la sua maschera, rivelando la sua vera essenza.
Ti capita mai di riascoltare le tue vecchie canzoni? Che effetto ti fanno?
Sì, mi capita di riascoltare le mie vecchie canzoni, ed è sempre un effetto strano. Sono brani che oggi sento un po’ distanti, perché rappresentano un periodo in cui, insieme al mio team “Roka Music” stavamo muovendo i primi passi nel mondo degli inediti. Però sono molto fiera di quel passato, di quelle “prime creature” nate dal lavoro di squadra, perché hanno segnato l’inizio del mio percorso. È bello vedere quanto siamo cresciuti e quanto la mia musica, grazie al supporto del mio team, si sia evoluta. Mi rende soddisfatta sia del viaggio fatto insieme, sia delle canzoni che creiamo oggi.
Guardando al futuro, dove pensi che ti porterà il tuo viaggio musicale?
Guardando al futuro, spero che il mio viaggio musicale mi porti sempre più in alto, fino a realizzare il mio sogno più grande. Voglio continuare a crescere, a sperimentare, e a lasciare un segno attraverso la mia musica. Ogni passo, ogni canzone e ogni collaborazione sono tasselli di un percorso che mi auguro mi conduca a qualcosa di ancora più grande.