juanito, la paranoia trasforma il pensiero di Hobbes in musica con “Leviatano”. Il singolo esplora le ferite invisibili create dai legami familiari attraverso una combinazione unica di scrittura intima e sound curato, aprendo uno spazio di riflessione sul conflitto tra protezione e oppressione.

juanito, è un piacere averti qui. Quali suggestioni filosofiche hai inserito nel tuo nuovo brano “Leviatano”?
Le teorie politiche di Hobbes, la sua ricerca maniacale di sicurezza a qualsiasi costo; tutti comportamenti che, nel loro piccolo, molte famiglie adattano e che rischiano di compromettere la crescita dei giovani.
Dal punto di vista delle sonorità, ti sei ispirato a qualche genere particolare?
Mi fido molto del mio produttore (T.N.Y.) lui ha saputo trasformare i miei testi in musica vera e propria e la mia famiglia/collettivo musicale , i ragazzi di Ciao Proprio, che da quando ho iniziato scrivere produrre mi hanno sempre supportato in tutto e per tutto!
non so bene a cosa si ispiri, ma non deve smettere!
Ritieni che il confine tra oppressione e tutela sia molto sottile? Quali sono le conseguenze di questo rapporto?
Innanzitutto vi ringrazio per queste domande, avete colto a pieno il senso della canzone!
Il confine tra oppressione e tutela é pressoché intangibile, anche poiché, essendo la famiglia un contesto sociale eterogeneo, ognuno traccerebbe la linea in un luogo differente;
Noi siamo abituati a prendere per buono il confine deciso dai nostri genitori, “Leviatano” si pone come obiettivo il ribaltamento di questa tradizione, lasciando in mano ai ragazzi la responsabilità e il dovere di testare i propri limiti, senza dar conto alle pressioni dei familiari;
In fondo l’unico modo per non impazzire nel cercare l’equilibrio tra oppressione e tutela é trasmettere e avere fiducia nei nostri figli in quanto persone diverse da noi, in quanto persone uniche;
in quanto persone libere.
Che valore ha, per te, la musica? La poesia, invece?
Sono entrambe Caronte per me, mi aiutano a fare i conti con i pensieri che ho esiliato sul fondo dell’esofago e mi permettono di condividere con tutti la mia personale Divina Commedia.