intervista con METCALFA

Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile da venerdì 22 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all’autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine “lagom“, questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: “Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori”

E noi non potevamo che chiedergli quale fosse il suo approccio alla musica, partendo proprio dal suo strumento, la batteria, che Metello cerca di usare in tutte le sue possibilità espressive. 

Non siamo molto abituati al fatto che dei batteristi propongono anche dischi personali, da compositori, da solisti. Hai altri esempi a riguardo?

Sicuramente, soprattutto alcuni pilastri della musica che hanno plasmato il mio modo di suonare come Tony Williams, Max Roach, Antonio Sanchez, Brian Blade. Per la nuova scuola mi sento di citare Jojo Mayer, Yussef Dayes (che adoro alla follia), Nate Woods, Nate Smith, Marcus Gilmore e Kendrick Scott.

E qual è il punto in contatto rispetto ai tuoi precedenti lavori?

La caratteristica più evidente credo che sia  il soundscape in generale. A me sta molto a cuore che la mia musica trasmetta delle immagini che ognuno vede a modo suo dentro di sé. La volontà di creare un paesaggio sonoro, una storia, non è mai cambiata.

Visto che questo disco è radicalmente diverso rispetto a ciò per cui ti conoscevamo, hai mai valutato l’idea di cambiare nome? 

No, è un’idea che non mi ha mai sfiorato. Qualora dovesse succedere sarebbe per un progetto diametralmente opposto, ma con Metcalfa ho trovato chi sono e chi voglio diventare.

E che cos’hai invece in comune con l’animale, Metcalfa?

Ottima domanda, ma purtroppo non ho una risposta. Credo che io e la metcalfa abbiamo in comune solo l’amore per le piante.

Che rapporto hai invece con il perfezionismo, quando si tratta di musica, e in particolare la tua?

Non sono mai stato un perfezionista, anzi. Quando lavoro ad un brano c’è sempre (come credo in ognuno di noi) quella piccola vocina che ci dice che forse quel dettaglio poteva essere curato di più, quella data cosa poteva essere fatta meglio e bla bla bla, ma dobbiamo anche saper riconoscere e accettare quando qualcosa è finito e ha raggiunto la sua forma. Che non vuol dire accontentarsi, attenzione: si tratta di un processo di accettazione e di “vedere” ciò che si ha davanti nella sua essenza.

https://www.instagram.com/metello_metcalfa