Disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 31 gennaio 2025 il nuovo singolo dei Turbospettro. “Gennaio“ è la storia di un amore che finisce. Chi lascia parte per una nuova vita lasciandosi tutto alle spalle. Il protagonista della canzone rimane in una casa che è stato il tempio di un amore e che ora è solo una fredda prigione dove i ricordi sono gelidi e tangibili, cristallizzati come fossero una statua di ghiaccio. I giorni sempre uguali, l’assenza di luce del sole, il silenzio gelido della casa, fanno sentire il protagonista come in una palude ghiacciata. Ma si dà un tempo per il suo dolore: – a Febbraio né uscirò, a Febbraio reagirò e riprenderò a vivere, ma ora no, ora è ancora Gennaio e sto pensando a te…-.
Chi sono i Turbospettro e cosa c’è all’origine di questo nome?
Siamo una band alternative rock di Milano composta da Giulio Oldrini (voce e chitarra) Dave Montorio (basso) Lorenzo Mariani (batteria) e Ferdinando Fugazza (Chitarra solista e sinth)
Ho scelto “Turbospettro” perchè un nome che mi è “apparso” diciamo mi si è rivelato: stavo suonando in casa con la chitarra acustica e mi è risuonato questo nome nella testa..non mi sono messo a tavolino a studiarlo…Ma mi sono sempre piaciuti i nomi di band composti da due parole, perchè spesso evocano un terzo significato e creano un immaginario… penso a Zen Circus
Il vostro progetto nasce nel 2020. Cosa è cambiato nel corso di questi cinque anni?
È cambiata la formazione a parte me (Giulio) e Dave che siamo il nucleo principale. Abbiamo avuto diversi batteristi e poi si è aggiunto Ferdy alla seconda chitarra
È sicuramente cambiata la scena underground: dopo i due anni del covid vedo qualche locale nuovo e tanta voglia di suonare.
Certo cose però sono sempre uguali, la trap continuano a dominare il mainstream, purtroppo e sospetto che molti produttori e discografici abbiano iniziato a scrivere canzoni e testi con l’AI e credo che questo sarà un problema dei prossimi anni.
Dovremo decidere se delegare la creazione di arte (non solo la musica) all’ Ai oppure metterei dei paletti.
Chi pensate possa essere l’ascoltatore ideale di “Gennaio”?
Tutti quelli che sanno cosa vuol dire essere lasciati e sentirsi cristallizzati in una palude di ricordi e non riuscire a lasciarsi il passato alle spalle.
Cosa potete raccontarci sulla scena musicale della vostra zona e come vi inserite al suo interno?
Noi stiamo su Milano e la scena è molto florida. Vedo finalmente tante rock band al femminile e questo è molto positivo per il rinnovamento del genere. Il rock ha assolutamente bisogno di un punto di vista femminile.
Ultimamente abbiamo suonato al Detune (ex Atomic) ed è un posto bellissimo: i gestori (tra i quali Taketo Gohara e Niccolò Fornabaio) stanno facendo un gran lavoro di Art direction e si sta creando un ottima scena.
Qual è lo strumento a cui non potreste mai rinunciare?
Io ti direi la penna e la mia chitarra acustica… Tutti i pezzi sono nati da questi due “strumenti”.
Quali saranno i prossimi step del vostro progetto?
Pubblicare il video di Gennaio e uscire con altre 2 singoli prima della fine dell’anno.