Grazian

Scontro Frontale: intervista con Grazian

E’ uscito venerdì 24 gennaio 2025 il nuovo singolo di Grazian intitolato “Scontro Frontale” (in distribuzione Believe Music Italy): una canzone dall’andamento incalzante che apre con il verso ‘La canzone d’autore è morta’, uno slogan che ognuno può interpretare come crede: come un sollievo o una sconfitta, come una sfidato una minaccia, come un dato di fatto o un grande equivoco.

Anche la sorte di una storia d’amore può essere tutto questo. “Scontro Frontale“, non è un caso, arriva a 10 anni esatti di distanza dall’ultimo album del cantautore uscito proprio nel gennaio 2015, ed anticipa un nuovo album in arrivo nei prossimi mesi.

Non sappiamo se la canzone d’autore sia morta o meno, ma con Grazian ci siamo trovati molto bene a parlare dalla sua musica, ed ecco com’è andata!

La canzone d’autore è davvero morta? 

Al momento sulla scena del crimine sono in corso rilievi e altri accertamenti. Stiamo a vedere. 

Cosa significa essere un cantautore nel 2025, rispetto al 2005, quando hai iniziato?

Ho iniziato in un momento nel quale si consolidava una certa discografia indipendente, povera di mezzi ma in grado di contare su un uditorio ampio e pieno di curiosità. Le tante realtà musicali non allineate erano sostenute concretamente dal pubblico che comprava i dischi e correva a vedere anche emeriti sconosciuti. Intendiamoci, era un Far- West, però il vento del ‘Do It Yourself’ che mi soffiava tra i capelli mi dava energia. Adesso direi che tutto cambiato: è fisiologico. Non ho idea di cosa voglia dire essere un cantautore nel 2025, mi sento un po’ un nuovo emergente ora. 

Ti sei perso qualche dettaglio, nel mercato e nelle dinamiche discografiche, durante la tua assenza?

In realtà anche se ho fatto l’ultimo disco di canzoni nel 2015 ho continuato sempre a pubblicare dischi (per esempio di musica strumentale con il mio progetto Torso Virile Colossale). Diciamo che io ho sempre frequentato fin dai miei esordi una discografia indipendente e a volte scalcinata, ovvero una realtà che di base metteva al centro la proposta artistica più che la sua portata commerciale. Per questa ragione di mercato e strategie discografiche non mi sono mai interessato. Non me ne faccio un vanto, è andata così. 

Per registrare questi pezzi nuovi ti sei chiuso in un luogo ad Arezzo con Davide Andreoni. Ci racconti qualcosa di quei giorni?

Sono state giornate bellissime in una casa in collina isolata da tutto nella quale abbiamo allestito uno studio mobile. Con Davide c’è grande intesa, ha curato lui in quei giorni le registrazioni di bassi, chitarre, sintetizzatori e pianoforti! Abbiamo trascorso quasi una decina di giorni ad Agosto fondamentalmente suonando e registrando, un flusso ininterrotto di idee immersi nella natura. È stato molto bello! 

E quali luoghi sono legati alla storia di questi pezzi, e in particolare “Scontro frontale”, il tuo ultimo singolo?

Alcune canzoni dell’album sono legate effettivamente a dei luoghi ma nel caso di Scontro Frontale l’unico luogo che mi viene in mente è casa mia a Milano e quel pomeriggio di aprile dell’anno scorso nel quale suonando al piano l’ho scritta di getto.

Che rapporto hai invece con il perfezionismo, quando si tratta di musica, e in particolare la tua?

Tendenzialmente sono un perfezionista nella scrittura e in studio e visti i tempi è un bel guaio. Sto imparando ad essere più fatalista, i tempi sono maturi per me per essere meno puntiglioso o almeno ci provo ad abbassare un po’ la guardia. 

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