La band math rock dei Fangosberla pubblica l’EP di debutto “Tutto è bene quel che finisce” (Ghost Record/Believe). Il carattere originale e autentico dei suoi componenti si evince sin dalle prime note del singolo e video “Mai al margine”, anticipatore del progetto: i ragazzi si sono presentati al pubblico parlando dell’amicizia, del rapporto viscerale che li lega. Il sostegno reciproco sarà fondamentale per affrontare gli altri temi dell’EP, che abbracciano soprattutto il periodo dell’adolescenza. I primi problemi sentimentali, la solitudine e l’emarginazione possono far sprofondare l’individuo in un circolo vizioso, di depressione e ansia. Quando ogni certezza sembra venir meno, si può contare sull’affetto delle persone vicine, sulle parole di chi, magari, ha vissuto le stesse esperienze e vuole dare una mano. L’EP si apre con “Fango”, l’unico brano strumentale che prepara l’ascoltatore alla potenza di “Come le ombre di Hiroshima”, la seconda traccia. A questo punto, la band propone un dialogo fra un adolescente e la depressione con cui combatte, senza sconfiggerla, ma imparando ad accettarla. “Angoscia”, invece, parla dell’amore tormentato di due giovani, che si inseguono senza mai aversi. Il brano “Come Tōru” si lega al filone dell’amore, percorrendo la strada di “Norwegian Wood”, il celebre romanzo di Murakami. L’outro è la traccia “Sberla”, dove il dolore si trasforma in energia costruttiva attraverso l’urlo e la sua carica emotiva. I Fangosberla si rivolgono agli outsider, a coloro che non hanno ancora trovato il loro posto nel mondo; le loro parole sono ricche di amore, sostegno e forza.

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