
“LA LUNA (Eppure son fermo)”, il nuovo singolo di Vittorio Rizzo, in arte Jonio, fa pensare a un Pierrot, o a un pastore errante dell’Asia di Leopardi, dei giorni nostri. Nel testo, l’autore immagina di avviare un’intensa conversazione esistenziale con la Luna: da sempre, come ben sappiamo, ricca di significati simbolici e culturali. In particolare, il protagonista si rivolge al nostro satellite naturale con la seguente domanda: “Cosa sono per te?” Quindi, sembra come se per Jonio essa fosse una confidente silenziosa che, pur non potendo dargli consigli riesce, però, anche ad ascoltarlo senza giudicare. Del resto, come diceva Carl Sandburg, la Luna è l’amica con cui chi è solitario può parlare.
Parlando della musica, Jonio riesce, in modo magistrale, a far incontrare la profondità con un arrangiamento vicino ai giorni nostri. In tal modo, e grazie ad una voce molto partecipe, l’artista sa suscitare tanto l’idea del tormento quanto quella della speranza: che egli, comunque, osservando la Luna sembra anche riuscire in parte a preservare. D’altronde, Georg Lichtenberg riteneva la Luna più utile del Sole: infatti, a differenza di esso, il nostro satellite naturale risplende quando è buio.