Con “Un posto in cui tornare”, Lapolveriera ci accompagna in un viaggio emotivo che esplora i legami, le perdite e i desideri che definiscono l’essere umano. Le cinque tracce dell’EP sono tessere di un mosaico intimo, reso unico da testi evocativi e sonorità indie rock raffinate. La band, nata a Verona nel 2019, ha già calcato palchi importanti al fianco di nomi come Omar Pedrini, Marlene Kuntz e Meganoidi, e questo EP è la prova di un’identità artistica ormai consolidata, ma sempre in evoluzione.
“Caro amico mio” apre il disco con una delicatezza struggente. L’arrangiamento minimale, arricchito da riverberi nostalgici, enfatizza il testo che ricorda un’amicizia perduta. Il ritornello, dolceamaro e malinconico, si incide nel cuore con una semplicità disarmante.
Con “La prima volta che ho odiato”, la band dimostra la propria capacità di scandagliare sentimenti complessi. La dinamica della canzone cresce gradualmente, accompagnando l’ascoltatore nella presa di coscienza di un amore che si trasforma in odio. Il riff di chitarra, incisivo e quasi crudele, amplifica il senso di turbamento.
“La guerra è finita?” si presenta come un inno alla resilienza. I versi, diretti e poetici, si intrecciano con una melodia trascinante e ritmata, offrendo un barlume di speranza a chi lotta contro le avversità.
“Sibilla” è il picco emotivo del disco. La collaborazione con i Meganoidi aggiunge una profondità sonora unica: i fiati si fondono con un ritmo incalzante, mentre il testo sviscera con coraggio il tema della salute mentale. Sibilla non è solo un personaggio, ma un simbolo di riscatto.
Chiude il lavoro “Cartolina”, un brano che brilla per la sua semplicità. La melodia si muove tra dolcezza e amarezza, quasi come una carezza che accompagna il distacco inevitabile. Qui Lapolveriera dimostra che la delicatezza può essere più potente di un grido.
Un EP che commuove e ispira, ricordandoci che tutti abbiamo bisogno di un luogo in cui tornare, anche solo con il cuore.
