reversed chakra

Intervista ai Reversed Chakra

Reversed Chakra: una ribellione sonora che ispira rinascita

Con il singolo “Dust”, i Reversed Chakra ci portano in un viaggio di trasformazione profonda, intrecciando suoni che spaziano tra indie rock, dark wave e post rock. Questo brano, descritto come una ribellione sonora e visiva, rappresenta molto più di una semplice traccia musicale: è un grido di ribellione contro le convenzioni, un inno alla libertà personale e alla resilienza. In questa intervista, la band ci svela il significato dietro il loro ultimo lavoro, le collaborazioni prestigiose (Paul Reeve, John Fryer e Richard Dodd) che lo hanno reso possibile e la filosofia artistica che permea il loro universo musicale. Prepariamoci a scoprire come i Reversed Chakra bilanciano ispirazioni e suoni diversi, mantenendo una forte identità artistica e un messaggio universale.

“Dust” è descritto come una ribellione sonora e visiva. Qual è il messaggio principale che volete trasmettere con questo singolo, e come pensate possa risuonare con il vostro pubblico?

 “Dust” rappresenta il nostro impegno a creare qualcosa di davvero significativo. Il messaggio principale del brano e del video è quello di esplorare una trasformazione profonda, una sorta di risveglio interiore. Volevamo catturare lo spirito della ribellione e della resilienza, mostrando come la liberazione dalle forze soffocanti, sia personali che sociali, possa condurre a una potente sensazione di rinascita. Il video, con la sua narrazione visivamente intensa e simbolica, riflette l’energia cruda e dinamica della traccia stessa, questo é il modo in cui abbiamo cercato di far “risuonare” la canzone con il nostro pubblico. Speriamo che ‘Dust’ possa ispirare e coinvolgere il nostro pubblico, risuonando con loro tanto profondamente quanto lo fa con noi.
 

La collaborazione con produttori di fama internazionale come Paul Reeve, John Fryer e Richard Dodd ha avuto un ruolo cruciale nella creazione di “Dust”. Come è nata questa rete di collaborazioni, e in che modo hanno influenzato il vostro processo creativo?

  “Dust” è il nuovo singolo dei Reversed Chakra

Lavorare con produttori di questo calibro ha sicuramente avuto un forte impatto sul nostro sound e sulla composizione di tanti brani. “Dust” è una delle prime tracce che abbiamo scritto. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, io (Alice, chitarrista) e Carlo abbiamo scritto la parte musicale e il nostro primo cantante ha scritto la melodia e il testo della canzone. Paul Reeve, John Fryer e Richard Dodd sono intervenuti in una fase successiva rispettivamente per la produzione vocale, il mix e il master. Abbiamo avuto input significativi da tutti loro nella creazione del nostro sound. Per quanto riguarda la nascita della collaborazione, Carlo (il nostro bassista) lavora nell’industria musicale ad alto livello. Parlando con John Cornfield, un produttore inglese straordinario, gli chiese consiglio su chi interpellare per la produzione delle voci del nostro disco. John ci consigliò immediatamente di contattare Paul Reeve, con cui aveva lavorato insieme per i Muse, sottolineando il suo incredibile talento come vocal producer (infatti, Paul ha collaborato con Bellamy da anni). Carlo gli inviò le nostre demo, e lui si innamorò letteralmente della nostra musica, diventando di fatto il quinto elemento della band (anche se non appare nel marketing). Per quanto riguarda John Fryer e Richard Dodd, avevamo già del materiale in uno stato più avanzato e glielo inviammo. Per fortuna, entrambi accettarono di lavorare con noi.
 

Il vostro sound fonde indie rock, dark wave e post rock, con influenze che spaziano da Interpol a Sigur Ros. Come riuscite a bilanciare queste ispirazioni diverse mantenendo un’identità sonora unica?

  “Dust” è il nuovo singolo dei Reversed Chakra

Lavorare con produttori di questo calibro ha sicuramente avuto un forte impatto sul nostro sound e sulla composizione di tanti brani. “Dust” è una delle prime tracce che abbiamo scritto. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, io (Alice Bianconcini, chitarrista) e Carlo abbiamo scritto la parte musicale e quello che era il nostro cantante nelle prime fasi del progetto (abbondonò la band dopo pochi mesi) ha scritto la melodia e il testo della canzone. Paul Reeve, John Fryer e Richard Dodd sono intervenuti in una fase successiva rispettivamente per la produzione vocale, il mix e il master. Abbiamo avuto input significativi da tutti loro nella creazione del nostro sound. Quindi cosa sto cercando di dire? Che in realtà il suono é semplicemente il nostro, poi le parti esterne che collaborano al progetto danno input per migliorare, abbellire, rendere più potente, più soft e quant’altro sia necessario a seconda di cosa noi avevamo deciso NOI di comunicare….Queste persone dalla grande esperienza si pongono a supporto delle idee dei musicisti, non approcciano ad un progetto per poi cambiarlo.
 

Il concetto di “Albero Invertito” e l’idea di ribaltare i flussi energetici spirituali sono centrali nella vostra filosofia artistica. Come si traduce questo simbolismo nei testi e nella struttura musicale di “Dust”? 

 “Dust” è un brano che parla di ribellione, un inno a rompere i soliti schemi che ci impongono di essere ciò che non siamo solo perché la società ce lo impone o perché nessuno ha mai messo in discussione certi valori considerati come sacrosanti dalla società. Vuole essere un monito per tutti ad aprire la mente, i tempi cambiano, noi cambiamo, la società cambia, non c’è un momento giusto per decidere di essere felici e cambiare vita e con ogni probabilità le scelte che facciamo legate alla nostra felicità rendono felici anche altre persone intorno a noi. La struttura standard del brano standard (strofa, ritornello, strofa ritornello, special, ritornello) contribuisce a renderlo fruibile a chiunque e un inno corale.

  “Dust” è il nuovo singolo dei Reversed Chakra

Con “Healing Heart Rehab” in arrivo e cinque singoli a fare da apripista, quale evoluzione sonora e tematica possiamo aspettarci rispetto ai lavori precedenti come “Game of Chess”?

Le 13 canzoni che abbiamo scritto variano molto tra loro, più nelle atmosfere che nel suono. Abbiamo canzoni più “allegre” e altre più cupe, ma c’è sempre un suono unico che le unisce. Abbiamo molti brani con tastiere, archi/violini, in 3 brani abbiamo registrato cori femminili, ma il suono dell’album è riconoscibile in tutti.

I vostri brani sembrano sempre spingere i confini sia musicali che emozionali. C’è una particolare emozione o esperienza personale che ha influenzato la creazione di “Dust”? 

Ciò che accomuna la maggior parte dei componenti di questa band è la sensazione di trascorrere le nostre giornate facendo attività che ci interessano poco, magari ci piacciono anche ma non è quello che realmente vogliamo fare, mi riferisco ovviamente al lavoro. Ad esempio, per guadagnarmi da vivere faccio la consulente informatica, un lavoro che mi piace, per il quale ho studiato, ma in fondo quello che mi piace davvero e che mi fa sognare è suonare, comporre, registrare… io sento che il mio momento da questo punto di vista deve ancora arrivare. Quando abbiamo scritto questa canzone alcuni di noi hanno sentito questa emozione, questo desiderio di rivincita e lo abbiamo riversato in Dust. 

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