“Una vita troppo onesta“, il nuovo brano del cantautore Pagano. Questo pezzo affronta le sfide di una vita vissuta secondo un rigido schema, dove si procede in automatico e si teme di infrangere regole – talvolta esterne, talvolta interne – che ostacolano il vivere autentico. Il brano anticipa l’uscita dell’EP omonimo, prevista per il 19 novembre.
La vita troppo onesta è una vita squilibrata, ma in modo opposto alla visione tradizionale. È una vita in cui ci si concede troppo poco e si ama sé stessi troppo poco.
Il singolo sarà accompagnato da un videoclip, scritto e diretto da Fabio Francesco Barletta e Arianna Pinto, girato presso “I MAKE – Il Macello della Kultura e delle Emozioni” a Putignano (BA). Il videoclip vuole illustrare la necessità di lasciarsi andare, rompere gli schemi e non seguire un programma predefinito
Ciao, raccontaci come nasce “Una vita troppo onesta”
È un brano in cui mi sono lasciato andare e ho espresso l’esigenza di “andare lontano da me”. È un brano molto “onesto”, in cui faccio i conti con un mio inconscio a volte troppo rigido, che non mi consente di godermi le cose senza sentirmi in colpa.
C’è un messaggio specifico che il video vuole trasmettere?
È un messaggio di libertá e leggerezza, di non prendersi troppo sul serio e di sapere quando lasciarsi andare.
Come pensi che questo EP rappresenti la tua evoluzione artistica?
È un EP che in un certo senso descrive un’evoluzione artistica, perché racchiude brani scritti in un arco temporale abbastanza lungo, di circa sei anni, che per un musicista possono essere ere geologiche. La title-track “Una via troppo onesta” e “Spazzolino blues” ad esempio sono tra le prime che ho scritto, nel 2018. Mentre le altre sono piú recenti e sono state scritte fra il 2021 e il 2022. Potremmo dire che se nel 2018 speravo di lasciarmi andare di piú, nel 2021 e 2022 l’ho fatto veramente (almeno nella scrittura musicale) e credo che questo si possa notare anche nei brani dell’EP.
Come descriveresti il tuo stile musicale?
Di base mi reputo un cantautore pianista. A questo ci aggiungo a volte un po’ di jazz, a volte un po’ di blues, a volte un po’ di funk, a volte proprio niente.
C’è qualcosa che vorresti che il pubblico sapesse su di te che potrebbe non essere evidente dalla tua musica?
Sono un giurista ambientale a Bruxelles.
Come vedi il futuro della tua carriera musicale?
Spero solo due cose: che le mie canzoni siano sempre autentiche e che queste possano aiutare a far star meglio quanta più gente possibile.