Not My Value

Intervista con il duo musicale Not My Value

Sign Language” è un pezzo introspettivo che fonde generi come trip-hop, dark pop e shoegaze, un nuovo capitolo per il duo di base a Milano, i Not My Value, disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 18 ottobre 2024. La canzone, un brano che riflette sul tempo, sul crescere, sul ritrovarsi, sul riguardare il passato da una prospettiva diversa e confrontarlo al presente, evoca un’atmosfera misteriosa e malinconica, che ricorda artisti iconici come Portishead, Massive Attack e Mazzy Star.

La voce eterea si muove su un ipnotico giro di chitarra desert, creando un’atmosfera sognante e malinconica. I cori e le voci pitchate, trattate con pedali analogici, aggiungono profondità e mistero, evocando una sensazione di essere in bilico tra sonno e veglia. Allo stesso modo il dualismo tra la voce riverberata di Lisa e le voci pitchate attraverso l’octaver sottolinea la tensione tra due mondi che si confrontano: ciò che è stato e ciò che è adesso. L’intro viene interrotto da una sveglia, è un richiamo per tornare al presente dopo essersi immersi nel passato. Il bridge segna il ritorno alla realtà, mescolando elettronica e il tocco più umano della chitarra suonata da Claudio.

Quali sono i valori dei Not My Value, come vivono la scena indipendente e molto altro in questa intervista che abbiamo realizzato con questi due ragazzi talentuosi.

Not My Value

Come mai avete scelto di chiamarvi proprio “Not My Value”? A cosa fa riferimento? Vi ricordate ancora quali erano gli altri nomi papabili oltre a questo che poi è stato quello definitivo? 

  SIGN LANGUAGE è il nuovo singolo dei NOT MY VALUE

Mmm, non ricordiamo altri nomi papabili, forse la verità è che non abbiamo mai considerato davvero altri nomi ma è stato amore a prima vista con Not My Value.
Abbiamo scelto questo nome in un momento in cui eravamo spaventati all’idea di riprendere a fare musica dopo un fase di litigio e di pausa che avevamo preso entrambi. Ci eravamo identificati troppo con la nostra musica in passato perdendoci un po’ e avevamo paura di rifare lo stesso errore. 

Da lì ci è venuta l’idea di mettere un appunto nel nome per ricordarci di non scivolare ancora in quella fase di identificazione totale con quello che si fa.
Una specie di tatuaggio per “ricordarci di non dimenticare” come Leonard Shelby in Memento. 

Quali sono i limiti della scena musicale indipendente? Avere un’etichetta sarebbe diverso per voi, oggi? 

Non possiamo sapere come sarebbe avere un’etichetta oggi anche perché crediamo vari molto da etichetta a etichetta.
Siamo in una fase iniziale del nostro progetto e teniamo molto alla nostra indipendenza e al bisogno di avere massima libertà espressiva per poterci definire. Sentiamo che ci stiamo consolidando con il tempo sotto vari aspetti e che lo vogliamo fare a modo nostro e con i nostri tempi. 

  Not My Value con la loro versione di After Hours dei The Velvet UndergroundNot

In futuro avere il supporto di un’etichetta potrebbe aiutare a fare dei passi che da soli possono essere più complicati e lunghi. 

E più in generale, qual è il compito di un’etichetta nel 2024? 

Domandone ehehe non crediamo di essere le persone più adatte a rispondere a questa domanda perchè non è il nostro ruolo.
Possiamo dire alcuni aspetti che ci piacerebbe trovare in un’etichetta?
La possibilità di creare una scena, condividere esperienze musicali con altre band o artisti che abbiano una visione o una sonorità simili alla nostra e fare rete insieme: un tour in Italia e poi anche all’estero, supportarsi e sentirsi parte di qualcosa che va oltre il proprio progetto. 

Anche se questo stiamo già cercando di farlo autonomamente ma un’etichetta potrebbe essere più strutturata nel dare supporto alle varie attività.
Ci piacerebbe un’etichetta che guida con connessioni e consulenze senza vincolare eccessivamente o essere quasi inesistente. 

Che supporti negli aspetti di promozione e booking rispettando la musica e i musicist. 

Quali sono le influenze musicali che compongono il vostro riconoscibile stile à la Not My Value? Tra di voi avete influenze e percorsi musicali dierenti? 

  Nuova live session per i NOT MY VALUE

Citiamo subito qualche nome di artist che ci ha influenzato particolarmente: Massive Attack, Portishead e la scena trip hop, Radiohead, Notwist, Bjork, Chelsea Wolfe, Fever Ray, NIN, XXYYXX, Tool…
Questi sono artisti che accomunano gli ascolti di entrambi ma abbiamo anche influenze diverse: per Claudio – da la psichedelia e la presa a male del dream pop, lo fi hip hop, Shoegaze, downtempo, electronica ambient (Maribou State, Wilsen, Bicep, Rival Consoles, Sleep Party People) all’ aggressività del metal core, hardcore punk (Architects, The Black Dahlia Murder, Comeback Kid), al ritmo veloce della Liquid Drum and Bass (Netsky , Maduk, Sub Focus). 

Per Lisa David Lynch e Badalamenti, Jim Jarmusch con gli SQRL e in generale musica pensata con una mente cinematografica, musica islandese dilatata (Sigur Ros, Ólafur Arnalds, Mùm) o voci dal fascino magnetico come Julee Cruise o Charlotte Gainsbourg. 

E quali sono oggi le vostre ambizioni come duo musicale? 

La nostra ambizione è continuare a fare musica, sperimentando e definendoci sempre di più a livello sonoro e di immaginario. Portare il nostro show in giro per l’Italia e in futuro anche all’estero, facendo rete con altre band e creando una scena. Ci piace molto anche l’aspetto soundtrack e la sonorizzazione, stiamo lavorando ora a una musica per un documentario e ci piacerebbe esplorare meglio questa dimensione. 

https://www.instagram.com/notmyvalue