Nell’intervista Ambradea ci parla di EsSENZA il suo nuovo Album

Ambradea ha pubblicato di recente “Essenza“, un nuovo singolo e video tratto dall’album: intitolato “EsSENZA”, con un gioco di parole grafico, il nuovo album di Ambradea, artista e cantante romana con un background che include danza e teatro, comprende undici brani che segnano il passaggio dall’inglese all’italiano. Questo album mette in evidenza un lavoro particolarmente poliedrico e interessante. Con numerose influenze elettroniche e spunti R&B, Ambradea racconta di sé stessa attraverso una serie di brani mai banali e sempre molto fluidi, nonostante una costruzione sonora complessa.

Oltre a “Statue di cera”, già uscito come singolo, si distinguono altri brani come “Mantra”, che apre l’album, l’egocentrica “Narcisa” e “Cancellami”, sottolineando una personalità davvero sfaccettata e multiforme, oltre a una voce molto potente e capace di grandi estensioni. In questo disco, Ambradea esprime gran parte del suo potenziale, lasciando intuire che nelle sue corde ci sia ancora molto da scoprire. Pertanto, è lecito aspettarsi una crescita ulteriore nei suoi futuri lavori. Ecco la nostra intervista con la cantautrice. 

Cosa ti ha ispirato a scrivere la title track “ESSENZA”?

Questo è un album per amare se stessi. Ogni canzone rappresenta uno stato d’animo della mia personalità, ogni canzone nasce da un problema e arriva ad una soluzione. Però, mentre questo disco è stato un viaggio dentro me stessa, per riuscire ad amare alcune parti di me, a mettere dei punti, a fare pace con i tanti fantasmi, d’altro canto la scrittura è molto universale su gran parte dei testi: non c’è nessun riferimento specifico a luoghi o situazioni, ti concede la libera interpretazione. 

Il brano “Essenza” è la mia storia e la storia di molti altri. Dentro al brano collimano sensazioni come resilienza, spirito combattivo, ma anche insicurezze, dubbi di chi nella vita si è sempre sentito un po’ fuori dal coro, così come mi sono sempre sentita io. C’è un invito a non mollare, ad evitare gli auto-sabotaggi, a farsi domande e a credere nell’amore; in primis quello per se stessi.

Come hai sviluppato il concept del brano?

Il brano “Essenza” è nato da una sessione creativa in cui avevo immaginato un riff di pianoforte che mi portava a viaggiare con la fantasia. L’ho mandato in loop e ho iniziato a cantarci su, e la prima frase di senso compiuto che è uscita fuori è stata “l’amore è solo l’unica, l’unica prova”. Da lì ho cominciato a definire la struttura del brano girando intorno a questa frase, alla quale, come spesso faccio, ho attribuito un duplice significato. 

Da lì è nato il ritornello composto da queste due frasi: “Amore sono l’unica, l’unica prova/L’amore è solo l’unica, l’unica prova”.

Puoi spiegarci il significato delle parole “mediocre, mediocre, tu sei un equilibrio mediocre” nella canzone?

Sono frasi che rappresentano un giudizio del mondo esterno rispetto a ciò che facciamo, e più ce lo dicono più ci crediamo; non a caso le ripeto più volte nel brano. Più ci fanno credere che siamo in un modo, più la nostra testa si convince che quella sia la verità assoluta, quella che ci blocca, che non ci fa andare avanti, che ci porta a rassegnarci a quell’unica soluzione che vediamo possibile: mollare. È la voce di chi sabota il nostro successo, a partire dalla nostra stessa, che poi è quella più forte: la nostra voce interiore che è inquinata da questi stimoli negativi. 

Il brano è un invito a combattere tutto ciò che ci impedisce di fiorire.

Come si collega “Essenza” ai tuoi progetti futuri?

Ho voluto fare un esperimento unendo tutto ciò da cui ero attratta. Le mie radici sono nella musica soul, nella musica rock, nelle sonorità anni ’80, ma ultimamente mi sono avvicinata all’elettronica e trovo che sia un genere molto in linea con la mia personalità. Ho trovato parti di me in suoni secchi e decisi, mischiati a suoni avvolgenti ed echeggianti. Mi piace la scia che lasciano certi tipi di suoni, legati ai testi che scrivo, spesso criptici e misteriosi, ma che, se analizzati, riescono a condurti dritto al punto. Mi piace che ci siano contrasti che lasciano l’ascoltatore con domande da farsi. È una fase sperimentale nella quale ho messo le mie prime radici; ora si tratta solo di affinare il tiro e lasciarmi ispirare da ciò che ho intorno, da ciò che vivo e che sento.

Sono una che ama esplorare continuamente, quindi l’obiettivo sarà l’evoluzione di ciò che sono ora. Ho approcciato da poco al mondo degli arrangiamenti e sono piena di idee, vorrei creare un sound ed uno stile che sia riconducibile a me ed al mio modo di fare la musica.

Come descriveresti la tua evoluzione musicale dal tuo primo singolo a oggi?

Una grande evoluzione, questo vedo. Una grande ricerca, una grande testa dura, una grande voglia di riscatto e voglia di tirare fuori ciò che, per mia natura, è difficile esprimere. Il mio carattere è andato molte volte contro la mia volontà e ho impiegato molto tempo a decidere di essere Ambradea. 

È stato un processo lunghissimo ma con una grande costante: l’ambizione, accompagnata dall’aver sempre dato retta a ciò che i miei pensieri mi dicevano, a tutto quel fervore, a quella fiamma che mi sentivo dentro.

Oggi dico che ne e valsa la pena ma soprattutto che c’è un tempo per ogni cosa. Spesso, in passato, mi sono rimproverata di aver perso tanto tempo adagiandomi su me stessa, dicendomi che non ero abbastanza, lo usavo come giustificazione per non agire, per non uscire dalla mia comfort zone. Quando poi ho agito, anche attraversando momenti di grande paura e grande panico, ho avuto di fronte la consapevolezza che se uno vuole una cosa, la vuole davvero, la può far accadere. Ho vissuto sulla mia pelle alcune sensazioni che per forza ti fanno soffrire, ti fanno sentire piccola, ma ti permettono di scavare dentro e arrivare alla tua grandezza. 

Oggi so che sono una persona con una grande profondità emotiva che non voglio più nascondere, né voglio più nascondere il fatto che io sia complessa. Mentre prima cercavo di essere semplice, oggi vorrei celebrare la complessità d’animo che è anche una particolarità, una cosa che può affascinare. Piano piano, questa complessità si sta mostrando sempre più aperta. Sono una persona che, come la mia musica, di primo impatto do un’idea e poi, conoscendomi, lascio scoprire cosa c’è dentro.

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