Nel suo nuovo singolo “Libero dal…”, Arnaldo Furioso esplora i legami complicati e talvolta opprimenti che possono sorgere nelle relazioni, soprattutto quando il sesso diventa un mezzo di controllo. In questa intervista, l’artista racconta cosa lo ha spinto a trattare un tema così delicato e profondo.
In “LIBERO DAL…”, esplori come il sesso possa diventare un mezzo di controllo nelle relazioni. Cosa ti ha portato a trattare un tema così forte e invisibile? È ispirato da esperienze personali o è più una riflessione sociale?
No, scrivo per conto di un amico ahah :-)
Scherzi a parte, C’e’ molto di personale ma come sempre nelle canzoni esiste una sorta di “condensamento onirico”, per dirlo alla Freud.
“Libero dal..” racconta una storia nella quale una delle due parti sta insieme all’altra solo ed esclusivamente per il sesso, e l’altra, magari innamorata, magari con le più nobili intenzioni, ha comunque uno strumento di controllo che si basa su una dipendenza.
La canzone urla la voglia di liberarsi e anche di smettere di prendere decisioni con l’organo sbagliato.
Intendiamoci: non è una brano contro il sesso. Il sesso è meraviglioso ma la libertà…eh la libertà rimane il bene più grande.
La canzone combina un sound elettronico con sezioni d’archi, creando un mix tra classico e moderno. Come è nato questo arrangiamento e in che modo pensi che esprima meglio il messaggio del brano?
Mi piace pensare che “LIBERO DAL…” combini alcuni degli elementi classici di una colonna sonora cinematografica moderna con molte metafore sonore: un basso analogico saturo e insistente come l’inquietudine delle catene mentali, synth pseudo horror alla Stranger Things a sottolineare l’incertezza del futuro e la fascinazione, e poi su, fino a raggiungere l’acme struggente e liberatoria di una sezione d’archi completa.
Sai, sono convinto che i generi musicali siano a servizio delle canzoni e non viceversa! Mi chiamo FURIOSO anche perchè il mio anelito vuole essere viscerale, libero dai “paletti” di un genere musicale o addirittura di un algoritmo.
E poi quello che per me viene prima di tutto è la CANZONE, quella entità pazzesca e miracolosa che puoi cantare piano e voce, o sotto la doccia e funziona, ti fa viaggiare, nutre il tuo spirito.
Nel testo usi l’allusione per lasciare intuire certe dinamiche senza esplicitarle. Perché hai scelto questo approccio, e come pensi che influisca sull’esperienza dell’ascoltatore?
Beh, il “non detto”, il “vedo/non vedo” è sempre più sexy. Quelli bravi la chiamano “aposiopesi”: omettere qualcosa disegnando tutto il resto proprio in funzione di ciò che non c’è e che lascio cantare a te che ascolti.
Non mi chiedete come mi è saltato in mente: non ne ho idea ma a quanto pare sta girando alla grande. Forse perché l’ascoltatore da passivo diventa attivo e magari anche perché un pizzico d’ironia non guasta in una canzone che resta comunque melodrammatica.
Il progetto “Canzoni contro le leggi del cosmo” si arricchisce con “LIBERO DAL…”. Qual è il filo conduttore di questo percorso musicale e cosa speri che il pubblico comprenda da questa tua evoluzione artistica?
Immagina un gruppo di persone che attraversano un bosco, un luogo affascinante e selvaggio, pieno di meraviglie ma anche di insidie nascoste, ombre fitte e paure che si insinuano. E mentre avanzano, cercando di farsi strada nel buio, cantano. Cantano per scacciare i timori, per sentire l’eco rassicurante delle loro voci che si intrecciano.
Ecco. ‘Canzoni contro le leggi del cosmo’ non è un album ma un filo conduttore. Sono canti di ribellione contro quello che vorremmo cambiare, che è ingiusto e che è insito nella fragilità umana. Non parlo solo delle leggi di Murphy, della fetta di pane che cade sempre dalla parte spalmata, ma di tutte le volte che ci troviamo a lottare contro forze più grandi di noi. È un percorso per esplorare la libertà, il coraggio di sfidare l’inevitabile e trovare un significato anche nel caos.
– “Amore Quantico”, il primo singolo, cerca di dare un senso ad amori impossibili e che sicuramente non seguono le leggi della fisica classica.
– “Copriti chè ho freddo” ha a che fare con la consapevolezza delle nostre fragilità, del fatto che, visto come siamo combinati, vale sempre la pena di ballare. Anche sull’orlo dell’abisso.
– “Libero dal..”, appena uscito, è una ribellione contro le catene del desiderio e le dipendenze emotive, un urlo per spezzare ciò che ci trattiene.
Voi direte: “Ma a che serve tutto questo?”
Ne riparliamo la prossima volta che attraversate il bosco :-)
Questo brano è un grido di liberazione personale e sessuale. Qual è, secondo te, il messaggio più importante per chi ascolterà “LIBERO DAL…” e come speri che le persone possano riflettere sul proprio concetto di libertà?
Il brano parla di una relazione incrostata sul sesso e sulla dipendenza affettiva che va avanti per inerzia. È una storia di paura del cambiamento, di rimanere inchiodati a ciò che conosciamo. E Il protagonista esplode: ‘basta, voglio essere libero—libero me stesso, da lui, da lei, libero dal…’.
Ecco, auguro a tutti, me compreso, di uscire CORRENDO dalla zona di comfort.
C’è vita là fuori! Ci sono mostri che possono sbranarci? E’ vero, ma ci sono anche colori assurdi e persone inenarrabili. Ne moriremo? Temo di sì, ma come cantava qualcuno, questo purtroppo è un effetto collaterale ineluttabilmente insito nella vita stessa.
Ci vediamo fuori. Cheers ;-)
Quali sono i prossimi passi, i famosi progetti per il futuro?
Stiamo preparando un live da pazzi, da furiosi appunto :-)
E poi… signori e signore… a dicembre vi porto…NEL VECCHIO WEST!!
Sì, cavalli, pistole, cowboy, saloon, whisky e tutto il resto.
E avremo con noi un ospite E-CCE-ZIO-NA-LE!
Davvero non vedo l’ora.