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Intervista: Raesta presenta il nuovo singolo “Bonsai”

Raesta presenta il nuovo singolo “Bonsai“, accompagnato da un videoclip che fonde romanticismo e ironia. “Bonsai è un brano che nasce quando qualcosa di significativo attraversa la tua vita. Non si tratta tanto di cambiamenti esterni, quanto di trasformazioni interiori. È un bilancio sereno e una presa di coscienza di ciò che sei, con la determinazione di difendere ciò in cui credi. La sua creazione ha richiesto molto lavoro, sia a casa che in studio; questa è l’ultima delle diverse versioni e riflette profondamente la mia esperienza personale, tanto che nel video ho inserito anche elementi della mia vita privata,” racconta Raesta.

La produzione del brano è iniziata agli Artigiani Studio di Formello con Maurizio Loffredo, dove è stato realizzato il primo arrangiamento e registrati gli strumenti. Le voci sono state incise presso la Kate Academy di Roma con Andrea Allocca. La produzione finale, il mix e il master sono stati completati al Natural Head Quarter di Ferrara con Michele Guberti e Manuele Fusaroli (Management, Mezzosangue, ecc.).

Il singolo “Bonsai” si distingue dai lavori precedenti per il suo sound unico, non appartenendo a un album o EP, ma vivendo di vita propria. Il videoclip, diretto da Giovanni Grandoni, con il quale Raesta ha già collaborato in passato (“Adesso Tutto È Cambiato”; “Ehi Monsieur” e “Andrea”), presenta una narrazione ironica di un ipotetico viaggio in Grecia. In un caldo pomeriggio metropolitano, Raesta e Chloé Lafitte sognano ad occhi aperti con un gratta e vinci in mano.

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Qual è stata l’ispirazione principale dietro “Bonsai”?

Ciao, e grazie per questa intervista.  Dietro “bonsai” c’era un giro di chitarra che ossessivamente girava nella mia testa dopo aver ascoltato l’ultimo album dei King of  Convenience. Una mattina, come spesso succede in questi casi, è arrivato il testo che parla della mia vita quotidiana, nasce dalle riflessioni di quei silenzi, prima che la giornata alzi i suoi ritmi. E nel brano c’è una sorta di desiderio di trovare equilibrio interiore.

Come descriveresti il tema centrale del brano?

Si parla di accettare e soprattutto  “difendere” i propri equilibri, i propri spazi interiori. Credo di essere uscito , non da tantissimo, da una fase fatta di tumulti e continui rivoluzionamenti. La canzone parla della fine dei trent’anni, però, appunto, più che con il brano di Motta, la tematica è simile a “Perdere” il brano di Luca Romagnoli.

In che modo “Bonsai” riflette il tuo cambiamento interiore?

Un bonsai è un albero che cresce con molti accorgimenti, con molta pazienza, con tanta cura e amore: ecco il cambiamento di cui parlo è questo qui, prendersi cura del proprio sorriso così come dei propri dolori. Senza giudizio, semplicemente costatando e facendo pace con se stessi.

Qual è stato il processo creativo dietro la scrittura di “Bonsai”?

Dicevo c’è stato prima un riff di chitarra. Poi ho buttato giù le suggestioni di un mattino. Inizialmente con Vinvè, con cui non sapevo ancora se avrei condiviso o meno la produzione del brano, ho intavolato una possibile seconda strofa. Tuttavia solo un anno dopo, dopo una corsetta in compagnia di mio suocero mi è arrivata l’idea definitiva di ritornello. Anche la seconda strofa dove gli accordi cambiano in una successione diversa dalla precedente, è nata  molto dopo, in studio a Formello, in compagnia di Maurizio Loffredo. Lì abbiamo realizzato  una prima versione, che forse pubblicherò chissà, (con Mauro Arduini al contrabbasso, Andrea Allocca Alla chitarra classica). E’ una canzone che ha molti strati di lavoro. Nei live però è presente in scaletta da almeno due anni. La forma finale è a cura di Michele Guberti presso il Natural Head Quarter di Ferrara.

Perché hai deciso di pubblicare “Bonsai” come singolo indipendente e non come parte di un album o EP?

Sostanzialmente quando l’EP  “Fuoco di Paglia” è uscito non ero ancora sicuro della sua forma definitiva. Ci tenevo che uscisse però come singolo perché è una canzone che appartiene ad una fase artistica leggermente diversa rispetto alle ultime produzioni, quelle che vedranno la luce in primavera se tutto va bene. Poi con Fabio Alcini, di Level Up e Max Lambertini abbiamo optato per una uscita dopo l’estate. In un certo senso in linea con il brano. 

In che modo “Bonsai” si distingue dai tuoi lavori precedenti a livello di sound?

In “bonsai” dal punto di vista estetico  c’è un po’ di cantautorato, un po’ di pop. Diciamo che suona meno alt rock rispetto a cio’ che è venuto prima e, piccolo spoiler, a ciò che verrà dopo. Mi piace tuttavia che il contrabbasso e la chitarra classica abbiano un ruolo preponderante. E mi piace peschi anche più al pop francese  con diverse componenti campionate (chitarra e contrabbasso ad es.) e rielaborate successivamente in post produzione (Stromae ad es.)

Come è stata l’esperienza di lavorare con Giovanni Grandoni per il videoclip?

Con Giovanni siamo già alla quarta collaborazione (dopo EHI MONSIEUR, ANDREA,ADESSO TUTTO E’ CAMBIATO). Lui era alle prese dei preparativi  per la presentazione a Venezia del  suo progetto di lungometraggio.  Era molto occupato e aveva molte scadenze ma è riuscito a ideare e poi girare e montare  un videoclip che ha richiesto qualche giorno di riprese a Zante, dove eravamo in vacanza a Giugno, e qualche ora di ripresa a Roma nel quartiere Pigneto. E’ davvero un grande professionista, e ci si diverte davvero insieme. Inoltre ti da la sensazione di avere tutto estremamente sotto controllo, perché benché lasci spazio all’improvvisazione, programma tutto, ogni minimo particolare.

Qual è stato il momento più divertente durante le riprese del videoclip?

Girare a Zante, in Grecia,  con la gente del posto è stato davvero simpatico. Eravamo circondati da turisti per lo più inglesi. Se parliamo di un aneddoto mi vengono in mente le scene iniziali e finali del videoclip, invece, quelle fatte a Roma, al Pigneto, in cui abbiamo dovuto girare ad un tavolino la scena  in cui grattavamo i gratta e vinci. Ne abbiamo comprati vari, e al termine di ogni take grattavamo alla ricerca di una vincita (qual cosina l’abbiamo anche vinta)! 

Come vedi l’evoluzione del tuo stile musicale con l’uscita di “Bonsai”?

Riguardo lo stile non sono sicuro di ciò che bonsai abbia significato. Sicuramente però dal punto di vista della scrittura credo che bonsai  sia una canzone sincera, sempre più sincera. Col tempo credo che ciò che faccia davvero la differenza sia l’immortalare un sentimento vero, autentico. Solo così, forse, si arriva al cuore di qualcuno, e magari (se ti va bene) ci si rimane per un po’.

https://www.instagram.com/raesta_

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