Magenta, titolo ispirato dal colore della sedia nel dipinto dell’artista Alessia Galati, è un viaggio di introspezione e rinascita. Ne parliamo con l’artista Clo.Ser:
- Benvenuto, Clo.ser! Magenta è un titolo evocativo. Come pensi che il colore magenta rappresenti l’essenza dell’album e le storie che racconti?
Buongiorno a tutti e grazie! “Magenta” è il titolo della mostra di pittura di Alessia (Galati, ndr), a cui ho voluto rendere omaggio per aver ispirato il mio brano omonimo, brano che funge da collante per tutto il disco. Magenta è il colore della sedia ritratta nel dipinto di Alessia, una sedia che rappresenta la svolta, grazie al suo potere speciale concesso a chi vi si siede: quello di comprendere la giusta strada da percorrere, sgombrando metaforicamente dalle nubi i cieli del futuro. Allo stesso modo l’album “Magenta” auspica la medesima svolta, attraverso racconti musicati inerenti le tappe del viaggio esistenziale; condivide istanze profonde e alterna riflessioni che toccano la sfera personale e le contraddizioni della società attuale.
- Siamo veri affronta la superficialità e l’ostentazione nella società moderna. Come hai deciso di affrontare questo tema e cosa speri che il pubblico rifletta ascoltando questa canzone?
Siamo circondati da modelli “arroganti” che veicolano messaggi pericolosi, omologati e divisivi. Si avverte una competizione estrema, con il fine ultimo di ottenere denaro e potere. Chi ha un po’ di scorza non si lascia incantare, i piú giovani rischiano, invece, di essere vittime di una perenne ansia da prestazione. “Siamo veri” é dedicato a loro: le nuove generazioni devono, a mio avviso, andare oltre il cliché, cercando la propria identità.
- Canzone inventata sembra avere un tono più leggero rispetto ad altre tracce. Come si inserisce questo brano nel contesto generale dell’album e cosa volevi ottenere con questa diversità di tono?
“Canzone inventata” nasce nel backstage di un “talent”, e racconta di un approccio sano a una competizione potenzialmente velenosa. É diversa anche perché é una canzone il cui testo é scritto a 4 mani, con Vincenzo Montagnino (Vins), cantautore con il quale ho legato durante il mio soggiorno a Rimini, visto che eravamo entrambi partecipanti alla gara canora. É un brano che invita a godere dell’amicizia, prendendosi il proprio tempo. Saper sfruttare il viaggio, e gli incontri ed esperienze che ne fanno parte, diventa essenziale per poter dare una svolta positiva.
- La tua musica spesso sembra oscillare tra introspezione e commento sociale. Come decidi quale direzione prendere per ogni canzone e quanto è importante per te mantenere questa dualità?
E’ un dualismo che non ha tutta questa intenzionalità. Infatti, in una prima fase scrivo, di solito, assolutamente di pancia, traducendo in musica e parole ciò che mi ha colpito, le emozioni e i sentimenti che un incontro o un evento mi hanno suscitato. Poi tiro le fila, e cerco di capire dove il fiume creativo mi ha portato e perché. Razionalizzare e sbozzare é la parte piú difficile.
- Guardando al futuro, cosa ti piacerebbe esplorare musicalmente dopo Magenta? Hai già nuove idee o progetti in mente?
Con gli amici del “Collettivo B”, sodalizio che accomuna 5 cantautori, si sta pensando di costituire una big band che suoni i pezzi migliori di ciascun artista coinvolto. É un po’ utopico, però tra le nostre fila abbiamo un trombettista, armonicisti, chitarristi acustici ed elettrici, un batterista, un bassista e, con un po’ di impegno, pure un violinista. Nel frattempo, continuo a scrivere: ho pronte due canzoni nuove e molte altre idee che attendono di essere perfezionate. Vedremo.