Intervista ai Malanøva con il singolo d’esordio “Ufficio Sinistri”

“… Nonostante le promesse di una vita migliore, la nostra generazione ha fondamentalmente come scelta quella di rimanere a casa o diventare impiegati dell’ufficio sinistri per sopravvivere…”

Ufficio Sinistri”, il primo singolo ufficiale dei Malanøva uscito nel giugno del 2024 e edito da Musitalia, è sui principali stores digitali e dal 9 agosto nelle radio in promozione nazionale. Il brano è stato composto dai due musicisti in uno dei periodi critici della vita di un giovane, quello della fine del percorso universitario. “Ufficio Sinistri” punta a coinvolgere l’ascoltatore nello stato d’animo d’incertezza esistenziale e timore per il proprio futuro insita nella nostra epoca contemporanea, tramite le sue sonorità che guizzano tra i toni tristemente sognanti tipici della new wave e le dure distorsioni che richiamano la scuola indie rock italiana.

Questo brano è rivolto, in particolare, al pubblico giovanile?

Si, ma non solo. In generale abbiamo cercato di trasmettere un messaggio rivolto a tutti coloro che hanno difficoltà a trovare il proprio posto nel mondo. Il senso di disagio espresso non è unicamente legato ai nostri coetanei, ma a chiunque si senta schiacciato e costretto a un’esistenza vuota e asettica.

Qual è il modo migliore per “trovare la propria strada”? Come mai, alla fine di ogni percorso, vi è la sensazione di essere spaesati?

Noi pensiamo che il modo migliore per trovare la propria strada sia molto semplicemente ascoltare le proprie vibrazioni. In ognuno di noi c’è sempre viva un’ambizione, una passione o comunque un interesse legato a un’attività che dona soddisfazione. Secondo noi, il senso di smarrimento che si presenta alla fine di un percorso è legato a varie motivazioni, ad esempio una tra queste potrebbe essere lo scarso interesse nei confronti del sentiero intrapreso. Capita troppo spesso di ritrovarsi su strade che poco hanno a che fare con le proprie ambizioni. Inoltre, il raggiungimento di un obiettivo, ti pone inevitabilmente di fronte alla ricerca di un nuovo scopo per ridare senso alle proprie giornate, e la troppa libertà che ne consegue tende a mettere in crisi l’individuo. Infine, un’ulteriore motivazione potrebbe essere la presa di coscienza delle proprie responsabilità, perché concludere un percorso ti rende inesorabilmente più adulto di ieri.

Da dove deriva la scelta del titolo?

Il titolo ‘Ufficio Sinistri’ è una chiara citazione al personaggio di Fantozzi, antieroe tragicomico simbolo dell’alienazione dell’impiegato medio. Il protagonista della canzone si ritrova infatti all’interno di un simbolico Ufficio Sinistri popolato da Uomini grigi, ossia individui spenti e privi di interesse. Nonostante le promesse di una vita migliore, la nostra generazione ha fondamentalmente come scelta quella di rimanere a casa o diventare impiegati dell’Ufficio sinistri per sopravvivere.

Ritenete che la musica sia uno strumento fondamentale per esprimere veramente sé stessi?

Noi crediamo che la musica non sia soltanto un mezzo necessario per esprimere sé stessi, ma anche per generare empatia, donare emozioni a chi l’ascolta, creare connessioni interpersonali. La musica non è altro che una tavolozza di colori per il mondo, bisogna solo evitare di ingrigirsi per viverla al meglio.

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