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"... Mi sono sentita di raccontare questa sorta di nostra evasione personale tramite una canzone, estendendone il significato anche all’esperienza individuale di tutti..."
Da dove nasce l’ispirazione per questo nuovo brano?
Alessandra - L'idea di questa canzone è nata durante una serata in casa con la mia compagna, Sarah. Quando ha avuto una brutta giornata o ha qualche pensiero di troppo Lei alza la musica al massimo e balla. Abbiamo passato tante serate a scacciare via i pensieri davanti a una bottiglia di vino ridendo e ballando. Mi sono sentita di raccontare questa sorta di nostra evasione personale tramite una canzone, estendendone il significato anche all’esperienza individuale di tutti, ponendo il ballo sia come soluzione che come metafora sul modo in cui ognuno affronta i propri demoni e le proprie preoccupazioni.
Come mai avete deciso di contrapporre due figure femminili, Amy e Sarah, all’interno del singolo?
La figura femminile è ricorrente nei nostri testi. E’ il modo in cui la nostra musica prende vita, la personificazione di tutto ciò che il rock n’ roll può rappresentare: dall’euforia del divertimento, all’erotismo, alla forza interiore. Da quest’ultimo concetto nascono la protagonista di Do It Like Sarah e l’antagonista Amy che, invece, nonostante gli sforzi, rappresenta tutto ciò che non è Rock n’ Roll.
L’invito a prendere la vita come Sarah è una rivendicazione del libero arbitrio? Credete che l’oppressione stia ostacolando la vera essenza dell’uomo davanti alla società?
Certamente la società è protagonista nella vita di ognuno, tutti noi dobbiamo fare i conti con il contesto sociale, culturale e famigliare nel quale siamo nati e cresciuti. Nonostante questo, la vera oppressione è quella che noi stessi ci auto infliggiamo, rifiutando di credere e vedere quella forza interiore che può spezzare le catene più indistruttibili: il rifiuto di vederci per ciò che siamo a 360°, di conoscerci, di accettare i nostri cambiamenti e, soprattutto, i nostri desideri più profondi. Questo ci lega e ci opprime, fino a smarrirci.
Da cosa deriva la passione per il rock and roll?
Con mio padre sono cresciuta a pane e rock and roll. Già all'età di 13 anni ero seconda voce nella sua tribute band, gli “Elvis Rock Now”. Ho apprezzato e sperimentato tanti generi diversi negli anni ma, diventata adulta, sono tornata alle origini e mi sono finalmente sentita di nuovo a casa. Stefania è sempre stata affascinata ed attratta da questo genere, ma non aveva mai sperimentato questi ritmi prima di accettare, nel 2018, la mia sfida. Superata a pieni voti aggiungerei. Marcello e Lorenzo hanno entrambi un animo un po’ più hard rock, caratteristica che potrebbe sembrare estranea a ciò che facciamo ma che invece è diventata un nostro punto di forza nella ricerca di un suono “nuovo”, mixando la tradizione del vintage con gli spunti più grezzi e taglienti del rock più vicino ai nostri anni. Avremo il piacere di farvi sentire anche con i prossimi brani in che modo questa strategia si è rivelata vincente.