Ciao Ibridoma e benvenuti! Sappiamo che il nostro Paese non presenta una storia musicale legata al mondo metal. Da dove avete preso la decisione di intraprendere una carriera musicale verso questo genere?
Ciao a tutti, beh, la decisione per noi è stata piuttosto ovvia, abbiamo semplicemente scelto di suonare quello che più ci piaceva, non abbiamo mai pensato di suonare quello che il pubblico volesse,
bensì quello che noi volevamo trasmettere, indipendentemente dal genere, se poi un pezzo venisse inquadrato come metal, pop o quant’altro per noi era superfluo.
Per quanto ci riguarda il pezzo doveva innanzitutto piacere a noi, altrimenti anche tutta l’esperienza vissuta dal vivo sarebbe sembrata “forzata” per così dire.
Secondo voi come mai esistono ancora dei pregiudizi verso questo genere musicale?
Fermi restando sul fatto che ognuno sia libero di avere le prorpie preferenze e gusti riguardo qualunque cosa, ammettiamo che il metal come genere non rientri tra quelli più apprezzabili ad un primo ascolto,
soprattutto per chi è abituato a sentire altro, inoltre essendo un genere piuttosto aggressivo viene associato automaticamente ad outsiders e a persone “brutte e cattive”.
Nel corso della vostra carriera avete fatto concerti soprattutto all’estero. In Italia avete riscontrato un feedback che vi aspettavate o ne siete rimasti sorpresi?
Facendo concerti un po’dappertutto, sia in Italia che nel resto d’Europa, abbiamo notato che spesso in Italiasi preferisce andare ai concerti di gruppi più importanti piuttosto che di gruppi emergenti,
inoltre l’età media del pubblico si è alzata considerevolmente rispetto agli anni passati, se prima la maggior parte dei nostri ascoltatori era adolescente adesso abbiamo una maggioranza di pubblico più “adulto”
rispetto a quando abbiamo iniziato.
La vostra band è nella scena musicale dal 2001. Secondo voi quanto è cambiato il metal in questi anni?
Il metal nel corso della sua esistenza ha subito sempre molti mutamenti, soprattutto grazie alle influenze di altri generi come il rap o in alcuni casi anche l’elettronica, cercando di avvicinarsi anche alle nuove generazioni
che spesso non apprezzano le versioni più “classiche” per così dire del metal, basti pensare al metal core che se i più navigati del genere storcevano il naso inizialmente, le nuove leve lo hanno accolto a braccia aperte e
nonostante sia comunque metal è difficile da associare come tipologia a gruppi come Iron Maiden o Metallica.
Raccontateci in poche righe il vostro album Norimberga 2.0.
Come per gli altri nostri album Norimberga 2.0 vuole essere un’istantanea del periodo che stiamo vivendo, soprattutto da un punto di vista molto soggettivo e personale, ma anche da un lato più sociale e meno specifico,
accusando anche gli aspetti della società che a nostro avviso reputiamo sbagliati e cercando di ipotizzare una comunità globale più votata all’umanità e al senso di ciò che sia più giusto per tutti piuttosto di ciò che sia meglio
per il singolo più abbiente.
Come mai avete deciso di usare la città Norimberga come titolo del disco?
Il titolo fa riferimento proprio al processo di Norimberga avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, e con lo stesso spirito e la stessa considerazione l’album condanna gli attuali leader mondiali per la situazione odierna in cui ci troviamo,
ovviamente non facciamo di tutta l’erba un fascio e ci sarà stato sicuramente chi si è impegnato a migliorare le cose, ma i risultati di sicuro non sono state promettenti e troppa gente ha lucrato su questa condizione.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Per il momento stiamo promuovendo l’album con concerti e serate in Italia e nel resto d’Europa, inoltre, anche se in fase molto iniziale, abbiamo iniziato anche la stesura dei brani che andranno a comporre il prossimo album che dovrebbe
vedere la luce verso la fine del prossimo anno.

Diffusioni Musicali
Partner Ufficiale della Musica Emergente

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