Un nuovo singolo ma anche un nuovo inizio: “Totti” è il brano con cui Cilio, artista urban pop, cerca di dare una svolta al proprio percorso artistico, sottolineando la superficialità che pervade le nostre vite.
Ecco la nostra intervista con CILIO
Ci racconti un po’ della tua storia? Quando hai capito che volevi fare il musicista?
In realtà non l’ho mica ancora capito. E’ una questione di passaggi. Il progetto è nato da un’esigenza che, come per chiunque abbia intrapreso questo percorso, è la voglia di scrivere. Nel mio caso specifico poi, il voler comunicare e diffondere quello che stavo scrivendo è nato molto dopo. Più che un momento specifico sono stati una serie di incontri che mi hanno portato a pubblicare la mia musica. Una serie di incontri che mi hanno convinto di avere qualcosa da poter comunicare e trasmettere. Gli altri sono pericolosi e importanti allo stesso tempo. Pericolosi perché rischiano di deviare le tue idee ma allo stesso modo importanti perché ti possono dare quella dose di sicurezza in più, quel booster che manca nel momento in cui vuoi trasmettere qualcosa di tuo, e questo capita in qualsiasi forma d’arte o qualsiasi espressione creativa. La cosa difficile ma dirimente in tutto questo è saper scegliere bene i consiglieri, le persone di cui circondarsi, ma questa è una regola valida da sempre, da quando l’uomo è sulla terra.
Come è nata l’idea di “TOTTI”?
Totti è nata dopo la mia prima esibizione su un palco grande ,al No Borders Music Festival a Fusine. Nel 2022 ho aperto il concerto di Tommaso Paradiso a pochi mesi dal mio primo live in un locale a Udine, la mia città. Da 200 persone a qualche migliaio, il salto è grosso. Sceso dal palco dentro di me c’era un mix di emozione, felicità, confusione e anche perplessità. Ero perplesso perché tutta la gioia e l’emozione erano mitigate da un senso di vuoto che mi portava a domandarmi: e adesso?
E allora ho iniziato a pensare a quanto siamo sempre sotto pressione e a quanto dobbiamo pensare a essere sempre nuovi, attuali, con nuove proposte e con nuove esperienze da raccontare. E’ un vortice malato che si autoalimenta. Ma la canzone è allegra eh!
Quali artisti hanno influenzato la tua carriera?
Cantautorato italiano anni 70 e il rap degli anni 90. Da ragazzino ho avuto qualche anno di passione per la musica techno ma questa me la tengo nel cassetto per quando sarò in pensione.
Come hai incontrato il produttore LUCA MOREALE?
Avevo registrato i primi brani, era la seconda metà del 2021 e venivamo fuori da quel periodo strano. Cercavo qualcuno che desse un sound giusto e ho chiesto in giro qualche consiglio fino a che è venuto fuori il suo nome. E’ stato uno di quegli incontri in cui capisci che la persona con cui stai lavorando è sulla tua stessa lunghezza d’onda. I primi brani li ha solo sistemati, da li in poi è diventato il mio produttore e la persona cui mi affido per la direzione artistica del progetto. Ci troviamo bene a lavorare insieme. Si torna sempre li, è fondamentale saper scegliere di chi ci si circonda ma ci vuole anche un pizzico di fortuna.
Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua carriera?
Sono sincero, non me ne faccio. Io voglio solo fare dei brani di cui sono contento e soddisfatto, arrivare a pubblicare delle canzoni che lascino una traccia nelle persone e suonare in giro il più possibile. Tutto quello che viene dopo mi interessa relativamente, sembra una frase fatta ma è così. E’ chiaro che il luccichio di soldi e fama sono il risultato di un lavoro fatto bene ma quello che voglio sono i piccoli passi e suonare in modo sempre più professionale.