La band de Il vaso di pandora con “medea”

Scopriamo news e curiosità in questa intervista

Potrebbe sembrare una domanda banale e magari lo è: “Dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra di musica?

La nostra musica attualmente sta andando in molte direzioni, stiamo cercando di esplorare soluzioni stilistiche nuove, rimanendo curiosi di esplorare ambienti e sonorità anche molto diverse tra loro, mantenendo comunque una identità ben precisa. In generale la musica sta andando verso un ascolto sempre più veloce e molto variegato. I nuovi modi di diffusioni ed i canali tramite cui farsi conoscere sono moltiplicati. Ma stiamo lavorando bene e ci siamo!

Ad avere la possibilità di aprire un concerto in uno stadio di un big della musica, affrontandone il pubblico con la vostra musica, chi scegliereste? E perché?

Potremmo dire cento nomi diversi, di big, ma quello che ci ha portato a conoscerci, ed a conoscere tante persone con cui ora collaboriamo proficuamente sono i Foo Fighters. Molti di noi si sono conosciuti tramite eventi ad esso collegati ed a loro concerti; quindi, di sicuro possiamo dire che si sarebbe un bel modo di ringraziarli, dando a loro tutti in ascolto il frutto di questa miscela.

Quali sono i piani più immediati?

Allo stato attuale stiamo promuovendo il nostro nuovo singolo Medea, che apre una nuova stagione per quanto riguarda anche la stesura dei brani, e le modalità con cui abbiamo lavorato sul materiale nuovo. Ora il piano è suonare tanto fuori, e portare avanti il progetto che include anche i video sia di Medea che dei prossimi brani che andremo a pubblicare.

Quanto è importante per voi internet nell’ambito musicale? Si rimpiange il passato in cui i social e selfie erano solo utopia o, meglio, proiettarsi verso il futuro abbracciando le nuove, seppur fredde, forme di comunicazione?

I social ormai sono diventati un termometro per gli artisti che si affacciano sul mercato musicale, diventa molto impegnativo essere sempre sul pezzo, e gestirne tutti gli ambiti. Sicuramente l’arma più potente è sempre il live, ma viene ormai pre- filtrato dall’attenzione a volte eccessiva data dai numeri di like, piuttosto che dalla sostanza proposta. Diciamo che è una sfida/opportunità che, se ben raccolta, torna a vantaggio dei contenuti.

C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà componete e cantate?

Diciamo che ognuno di noi ha dei background musicali abbastanza diversi l’uno con l’altro. Questa è una fortuna in realtà perché ci aiuta ad avere sempre punti di vista complementari ma mai dominanti uno sull’altro, aiutandoci a spaziare ed a liberare le nostre fantasie musicali nella maniera più naturale possibile.

Tanta musica sulle spalle, palchi e sudore in onore alla dea musica. Con l’esperienza e la concezione raggiunta della musica, cosa consigliereste a dei giovanissimi per intraprendere un percorso artistico e discografico?

L’unico vero consiglio, è quello di essere originali, e di investire tanto sull’immagine quanto sulla qualità, conoscenza e cultura della musica. Vivere di musica è difficile, quindi bisogna saper padroneggiare immagine, strumento e promozione in egual maniera. E ovviamente come per tutti i mestieri, passione ed entusiasmo.

Chi vorreste ringraziare per chiudere questa intervista?

Ringrazierei sicuramente tutti i nostri ascoltatori, tutti coloro che ci vengono a vedere e tutti quelle persone che andando ad aggiungere un click, un mi piace, un follow, ci continuano a dar benzina ed energia per continuare ed anche alle nostre famiglie, che ci supportano in questa nostra avventura.

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