Scopriamo news e curiosità in questa intervista
“Dentro questa canzone si sente la malinconia di un primo amore, la tristezza e la complessità di uscire a testa alta da una relazione. Un insieme di tante emozioni percepibili da chiunque.” Lorenzo Zucchetti
Ciao Lorenzo, presentati ai nostri lettori.
Ciao, sono Lorenzo Zucchetti, ho 21 anni e vivo con la musica sin da bambino. Mio padre, cantautore anche lui, mi ha trasmesso la passione e mi ha dato una grande mano, in tutto. Sono autodidatta, ho imparato e suono tutt’ora il piano e la chitarra. Per quanto riguarda invece le canzoni vere e proprie diciamo che sono arrivate più tardi, alla soglia dei 15/16 anni. Ho capito che scrivere mi dava forza, soprattutto nel periodo dell’adolescenza. Ero sereno, non mi mancava niente però la musica mi dava qualcosa in più. Sono un po’ introverso, parlo poco di me e di quello che mi succede ed è per questo che molte volte dico che la musica parla per me.
Perché il titolo “Parlano di noi”? Cosa si nasconde dietro la canzone?
Una storia triste. Anche se ora ci rido, comunque non è stato facile. Parlano di noi perché è stata scritta dopo la fine della mia vecchia relazione che avevo con questa ragazza. E’ una canzone nata a ferita aperta, scritta con il cuore e non con la mente. Sentivo la canzone già scritta dentro di me e l’ho buttata fuori. Erano passate poche settimane dalla fine di quella storia e ancora gli amici, le persone, parlavano di noi. E’ quello che racconta poi la canzone, un NOI che c’era e non c’è più. Un NOI che è stato speciale ma che allo stesso tempo poi è finito male. Non tutto dura per sempre ma sono queste le esperienze che ti fanno crescere.
Un sound che trasuda originalità e personalità, ma anche con molti riferimenti ai grandi del passato, quando la musica rappresentava ancora l’apice dell’espressione umana evolvendo e condizionando l’intera società. Quali i tuoi riferimenti artistici che hanno aiutato la tua ispirazione nella tua musica?
Bèh si, principalmente sono cresciuto con mio padre. Poi fortunatamente ci faceva ascoltare anche altro, sono cresciuto con Vasco Rossi, i Pooh, Renato Zero, poi passavamo al rock, i Queen, Michael Jackson e a volte anche la lirica. Diciamo che ho una visione ampia della musica. Ora come ora, se devo dire il mio cantante preferito dico Ultimo. Però, ripeto, ascolto tutto, anche il rap e la trap. Un rapper che stimo molto è Marracash.
Quali sono gli obiettivi da voler raggiungere? Cosa ti aspetti da questo percorso artistico e discografico?
Il primo obiettivo è quello di stare bene e divertirmi. Poi, vorrei dare qualcosa alle persone che ascoltano la mia musica. Non voglio che sia solo un passatempo, ma qualcosa su cui riflettere, qualcosa nella quale le persone si possano ritrovare e di conseguenza riuscire a capirmi. Dopo vorrei salire su un grande palco, magari in un grande stadio, dove poter cantare insieme a tanti amici e tante persone. Per il mio percorso artistico e discografico non lo so, però vi dico che ho avuto buoni riscontri e mi hanno contattato per dei contratti, quindi si vedrà….
Artisticamente parlando, nonostante la tua giovane età, rifaresti tutto oppure hai dei rimpianti?
Rifarei tutto, ma con l’esperienza che ho ora. Sicuramente poca esperienza però che prima non avevo. Soprattutto con le persone che conosco ora e con gli amici di adesso che mi accompagnano verso questo sogno.
L’ultima parola a te!
Io vi ringrazio per questa intervista, spero un giorno di riuscirvi a dare qualcosa in cambio. Sono contento di come sta andando il brano e se ancora non lo avete ascoltato, vi ricordo, Parlano di Noi di Lorenzo Zucchetti. Un saluto e un abbraccione.