Intervista con Oto Mayumi

Come e quando nasce la tua passione per la musica?

Sicuramente dai miei genitori, entrambi cantanti lirici, anche se i miei gusti musicali sono molto diversi dai loro… Basti pensare al genere che ho scelto di fare.

Da dove viene l’ispirazione per il tuo nuovo singolo “Datte” e quanto c’è di autobiografico?

Non lo dico spesso, ma in realtà, tutti i brani che sto rilasciando in questo periodo, li ho scritti almeno 5 anni fa, se non di più, e anche questo singolo “Datte” non è un’eccezione. L’ho scritto 7 anni fa, quando mi ero messa da poco con mio marito, che ai tempi era il mio ragazzo, nonché il mio primo fidanzato. Come faccio spesso quando scrivo i brani, mischio le mie esperienze e le sensazioni che percepisco con un ottica in cui guardo l’avvenimento da fuori. Mi aiuta a imbarazzarmi di meno e a scrivere un testo e una musica che possano essere condivisi da altre persone. Non mi piace renderlo troppo come se fosse un’esperienza solo mia, personale.

Prova a descrivere la tua anima di artista e il tuo sound

Sono un’artista che ama descrivere la “zona grigia” delle persone. Uso questo termine per indicare quelle emozioni non pure, che sono un misto di emozioni, anche positive e negative, spesso contrastanti, che una persona percepisce nel corso della vita. Amo fare ciò, perché trovo che sia una descrizione molto realistica e io preferisco creare opere che si possano sentire sulla pelle e non che ti fanno “illudere” di un futuro radioso.
Il mio sound è prevalentemente J-rock. Sicuramente ci sono anche le influenze dell’Indie rock e dell’Alternative rock, che derivano dai miei artisti giapponesi preferiti.

Con quali artisti del panorama musicale italiano e internazionale vorresti collaborare e quali pensi ti abbiano influenzato maggiormente nella tua carriera?

Come artisti italiani, mi piacerebbe collaborare con Caparezza e i Måneskin, mentre come artisti giapponesi, nominerei i CreepHyp, Oomori Seiko, i Maximum the Hormone e Ano.
Invece gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente sono due: i CreepHyp, per il modo di scrivere testo e musica, ma soprattutto per come percepire determinate visioni per scrivere un testo; e YUKI, specie quando faceva ancora parte della band JUDY AND MARY (purtroppo si sono sciolti). Non solo per il modo di scrivere il testo, ma soprattutto per il look e il suo essere icona, i suoi gesti e il suo atteggiamento sul palco da performer.
Musicalmente, ci sono stati anche molti brani vocaloid che hanno arricchito il mio bagaglio.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Innanzitutto far uscire il mio primo album! A meno che non succeda qualcosa di grave (spero di no ovviamente), uscirà il primo Dicembre di quest’anno.
Dopodiché, mi piacerebbe fare dei tour per promuoverlo. Vorrei intraprendere questa avventura anche in Giappone nelle live house, dove c’è tanta frequentazione di artisti indie e amanti della musica indipendente.

Staff DM
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