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Intervista con Max Magnani (Acetone)

ACETONE, label italiana creata appena un anno fa e dedicata soprattutto alla musica funky house, cresce. Su Beatport, l’e-shop musicale più utilizzato dai dj di tutto il mondo e non solo.  Dopo aver conosciuto i suoi creatori Maurizio Nari, Jens Lissat e pure un personaggio chiave come Steve Tosi (bit.ly/Acetone1), abbiamo parlato con altri due dj producer  fondamentali per la label, ovvero Sandro Puddu e Giorgio V (bit.ly/Acetone2). 

Adesso invece raccontiamo almeno un po’ la musica di un altro degli artisti in forza ad ACETONE, ovvero Max Magnani. “Il progetto ACETONE credo funzioni perché tutti noi artisti abbiamo un sound riconducibili alle stesse radici musicali, ma ognuno di noi poi ha la sua personalità, qualcosa che lo contraddistingue”, racconta Max Magnani. 

Come è nato il rapporto con ACETONE?

Avevo già fatto diverse produzioni, ma in ACETONE ho trovato il team giusto, quegli stimoli che aiutano a crescere. C’è una bella sinergia. Con gli amici, si sa, si lavora meglio. 

Quello che colpisce chi ascolta è l’idea sonora comune che hanno tutte le produzioni della label… 

E’ vero, come dicevo le radici sonore di noi artisti sono vicine. Credo però, che restando proprio al suono, vada sottolineata anche la qualità. Oggi si possono anche fare dischi in “cameretta”, con un pc, un programma e due casse e via… solo che poi però si sente la differenza con dischi che invece vengono realizzati con apparecchiature che valgono decine di migliaia di euro. Le idee vanno sempre realizzate nel modo giusto, sennò non funzionano. 

Come lavorate in studio?

Diciamo prima di tutto che lavoriamo tanto! Il groove del mio nuovo singolo “Kill the Groove”, che esce l’1 settembre ’23, l’abbiamo rifatto tante volte, se ricordo bene almeno sei. Dopo aver creato la prima versione, io e Steve Tosi l’abbiamo mandata a Maurizio Nari e Jens Lissat e piano piano, grazie ai loro feedback ed altre idee, siamo arrivati a una traccia che convince tutti. E’ un pezzo molto happy, che dà energia, in puro stile funky house. E’ un genere che ha chiaramente diversi riferimenti al passato, ma il sound viene sempre aggiornato in modo che sia attuale. 

  5 tracce nella Beatport Top 20 Funky House: il sound di Acetone

Ci racconti un po’ del tuo percorso musicale? 

Ho iniziato a 18 anni, facendo ballare feste private, con i vinili e dopo tanti anni sono ancora in console. Di giorno oggi faccio un altro lavoro, sono commercialista nel mio studio di Bologna, ma nel tempo ho suonato e suono in molti dei locali della città e non solo (Atlantico, Matis, Downtown, Sloppy Joe, etc).

Lavori ancora con i vinili? 

No, non amo molto il revival; mi annoia. Oggi abbiamo macchine automatiche e pure i piloti di Formula 1 guidano con il cambio al volante. Se un tempo per cambiare marcia era necessario fare la ‘doppietta’, oggi non lo è più… ma guidare bene, andare forte, è ancora difficilissimo. Anzi, la tecnologia si evolve sempre più velocemente, chi non si aggiorna resta indietro. Credo che i dj debbano essere al passo con i tempi. 

Come vedi il livello musicale oggi? Molti si lamentano… 

C’è così tanta bella musica nuova in giro. C’è, è vero, una ‘overdose’ di produzione musicale, ma basta sapere ascoltare per scoprire nuovi artisti, nuove sonorità. Anche in ambito house e vocal house la qualità oggi non manca, solo che bisogna cercarla e la cosa costa fatica. 

Che musica sta funzionando, in quest’estate 2023? 

Piace il sound latin tech, ovvero brani con una cassa vicina alla techno che però suonano anche un po’ latini. E poi c’è Bob Sinclar, che propone belle cose afro tech. Ripeto, il passato musicale sarà splendido per sempre, ma anche oggi le belle cose non mancano. 

Come vedi il ruolo del dj tra vent’anni?

Sarò un romantico, ma credo che l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire i dj. E’ cambiato poi il modo di vivere la musica: se ci sono oggi poche discoteche, ci sono infiniti aperitivi in cui spesso si possono proporre sonorità interessanti. E’ vero, alcuni gestori non hanno ancora capito che un professionista della musica va remunerato come tale. Per fortuna c’è anche chi invece fa scelte diverse. Probabilmente, alla fine della serata, incassa anche di più.

  Steve Tosi racconta il mondo Acetone

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