I Megattera sono Marianna (voce) e Maurizio (chitarra).
Marianna viene da una famiglia in cui la musica è sempre stata una presenza costante. Comincia a studiare pianoforte classico da bambina e, solo dopo l’adolescenza, si avvicina al canto e ne viene folgorata. Studia con diverse insegnanti e vocal coach e si appassiona al jazz e alla bossanova. Il canto diventa per lei una modalità di espressione imprescindibile e uno strumento per conoscere se stessa.
Maurizio prende in mano la chitarra da ragazzino, suonando sui vinili. Sviluppa la sua passione da autodidatta e milita in svariate formazioni rock, soul e fusion. La voglia di migliorarsi non gli manca e, appena ne ha la possibilità, prende lezioni da insegnanti che lo introducono alla chitarra jazz e al fingerpicking. I due si incontrano attorno al 2010 e scatta la scintilla. Nasce, così, una collaborazione che da vita a numerosi progetti, tra cui un duo jazz acustico che li porta a suonare in svariate situazioni in Italia e all’estero. Megattera, il loro progetto di inediti, nasce nel 2017, anno in cui Marianna scrive il primo brano, e prende corpo negli anni successivi. Fondamentale l’incontro e la collaborazione con Raffaele Rabbo Scogna, polistrumentista, arrangiatore e produttore di tutti i brani. Il primo singolo del progetto, “Whale”, vede la luce nel 2022, seguito nel 2023 da “Ginko” e “Rido”, tutti pubblicati con l’etichetta Le Stanze Dischi.
Come nasce il progetto Megattera?
Io, Marianna (voce), e Maurizio (chitarra), suoniamo insieme da più di dieci anni e da qualche anno è nata l’esigenza di esprimerci con una voce e un linguaggio che fossero nostri al 100%. Così è nato il progetto Megattera, che ha preso il nome del nostro animale-guida, la balena. La nostra musica è un mix di soul, jazz, bossanova, musica italiana anni Cinquanta/Sessanta, pop e atmosfere lo-fi. Oltre alle influenze musicali che fanno parte del nostro bagaglio, traiamo grandissima ispirazione dalla natura in tutte le sue forme.
Raccontateci qualcosa del vostro background: che formazione musicale avete alle spalle e quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato?
Marianna ha studiato pianoforte da bambina e, dopo aver abbandonato lo strumento, è passata allo studio del canto con diverse insegnanti e vocal coach. Ha avuto sempre una grandissima apertura e curiosità a livello di ascolti e passioni musicali: dall’hip hop al jazz, dalla bossanova al grunge, dal rock anni ’90 al soul e nu soul. Tra i suoi artisti preferiti ci sono Erykah Badu, Stevie Wonder, Bill Withers, Marvin Gaye, ma anche Blur, Radiohead, Talking Heads, e poi Ornella Vanoni, Cristina Donà, Davide Shorty, Marco Castello, Nu Genea, L’Imperatrice.
Maurizio ha cominciato come autodidatta, suonando sui vinili e rifugiandosi nella chitarra in maniera viscerale e quasi compulsiva. Crescendo ha poi approfondito lo studio della chitarra acustica e jazz con diversi insegnanti e lo studio personale. Anche Maurizio ha sempre ascoltato di tutto a livello di generi. Tra i suoi artisti e band preferiti: Led Zeppelin, The Doors, Pat Metheny, Josè James, Tom Misch.
Qual è il messaggio che vorreste trasmettere con “Rido”?
Rido racconta innanzitutto della nostra voglia di leggerezza con le sue good vibes un po’ funk. la leggerezza per noi è sempre una conquista: è un modo diverso di guardare alle cose, alla quotidianità, al mondo, che spesso non è un luogo rassicurante e accogliente, ma ci schiaccia con aspettative, regole e logiche che non ci appartengono. La leggerezza non è sempre facile da ritrovare in questo contesto ed è per questo che è ancora più importante farlo: per resistere contro le brutture del mondo, per gioire di ciò che di bello c’è, delle piccole cose, della vita stessa.
Qual è il “marchio di fabbrica” che caratterizza i vostri pezzi?
A livello di temi, i nostri pezzi uniscono sempre un aspetto più leggero ed evocativo e uno più profondo e riflessivo. A livello di cantato siamo particolarmente portati a unire melodie fluide e sezioni in cui la voce è più parlata e quasi recitata. Dal punto di vista musicale, Maury è un grande produttore di riff e nei nostri brani ci sono sempre piccole frasi di chitarra di forte impatto. La contaminazione dei generi, poi, è un aspetto molto caratterizzante di tutta la nostra produzione: a un ascolto attento si possono riconoscere tante influenze nella nostra musica.
Quali saranno i prossimi step del vostro progetto?
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato ai sette brani che daranno vita al nostro primo EP, che speriamo possa uscire entro la fine del 2023. Sarà un lavoro molto vario e conterrà molte nostre sfaccettature. Nel frattempo, stiamo già lavorando ai brani che verranno dopo l’EP: ci sono già un po’ di idee che girano per le nostre testoline e non vediamo l’ora di lavorarci più a fondo. In più, dopo la data al Bachelite, speriamo si presenti qualche occasione di suonare dal vivo e di condividere la nostra musica con quanta più gente possibile!