Se c’è una cosa che Dario Naccari ci ha dimostrato con il suo nuovo singolo “Più lento”, è che lui non si fa intimidire dalle convenzioni musicali. L’artista messinese è tornato con un brano che è tutto tranne che tranquillo. Ma forse il titolo è solo un modo ironico per prendere in giro gente come noi a cui piacciono tanto i giochi di parole e i contrasti.
Il singolo inizia con una chitarra distorta che sembra urlare a squarciagola, mentre Dario si unisce con la sua voce graffiante. L’energia è palpabile e si fa strada attraverso i muri sonori della batteria e del basso, ma a quanto pare, Dario vorrebbe essere… più lento? Un po’ contraddittorio, no?
Nonostante l’ironia del titolo, bisogna riconoscere che Dario Naccari ha talento e ce lo ha già dimostrato con il precedente singolo Grosso Frenk. Il nuovo brano cattura tanto l’attenzione, infatti l’artista sa come creare un’atmosfera carica di energia, e la sua abilità con la chitarra è evidente. Non possiamo fare a meno di chiederci cosa ci riserverà il futuro, e se Dario troverà il suo ritmo ideale, tra una distorsione e un assolo.In conclusione, se state cercando un brano che vi faccia scuotere e vi infonda un po’ di adrenalina, “Più lento” di Dario Naccari potrebbe essere quello che fa per voi.
Piacere di conoscerti Dario, ci parli un po di te?
Ciao a tutti, sono Dario, cantautore, performer e musicoterapeuta.
Vivo a Messina, mi affaccio dalla finestra e vedo il mare, senza il quale non riuscirei a stare, ed infatti questo elemento spesso ritorna nelle mie canzoni.
Con chi lavori alla produzione dei tuoi pezzi?
Il lavoro di produzione e registrazione dei miei brani è curato da Alessandro Alosi (ilPandelDiavolo).
Abbiamo iniziato lentamente a mettere mano al mio progetto due anni fa, e questo ci ha dato il tempo di conoscerci, ed entrare meglio in sintonia.
I brani sono stati prodotti e registrati al Downtown studios di Pavia, un posto magico e pieno di vibrazioni positive, dove sono riuscito a sentirmi a mio agio, e gratificato in ogni fase della lavorazione.
A giugno è prevista l’uscita dell’album per Mezzanotte Label.
Parlaci un po di questo tuo singolo Più lento, come ti sei approcciatO al brano?
Nel quotidiano ci misuriamo costantemente con ritmi e impegni spesso al di fuori della nostra portata, in caduta libera, lontani dal nostro modo di pensare e desiderare, così ci allontaniamo da noi stessi per omologarci ad un sentire comune.
Ero stanco anch’io di sottomettermi alla frenesia del nostro secolo e da qui nacque la mia riflessione.
Ci rincorriamo, e assilliamo le nostre vite, ma per quale ragione?
Io voglio essere Più Lento; non è breve questa vita, dobbiamo solo imparare ad amministrare al meglio il nostro tempo.
Il tuo progetto a quali reference musicali si ispira e perchè?
Di recente, oltre al mio progetto inedito, ho avuto la possibilità di collaborare con diverse band anche in generi molto differenti tra loro.
Secondo me dopo una prima fase di ascolto, le cose che ti piacciono incominciano a scorrerti dentro e non vedi l’ora di studiarle per comprenderne il meccanismi e la struttura.
Sono ancora pienamente nella mia fase di studio, e credo di non aver alcuna ragione per smettere di farlo, molto del mio approccio alla musica lo devo anche ai miei studi di musicoterapia.
Raccontaci in breve il tuo passato musicale e chi sei al di fuori della musica.
Ho suonato con i Demomode, con i quali abbiamo pubblicato due album e fatto diverse esperienze in Italia e all’estero.
Ho lavorato al teatro sia nella prosa che nei musical, e negli ultimi anni sono voce di una cover band di cantautorato italiano (Pastori di Unicorni), che mi ha permesso di approfondire i miei studi musicali nel panorama della nostra musica d’autore.
Lavoro sulla voce da moltissimi anni, e negli ultimi mi sono anche diplomato in musicoterpia; grazie a questi percorsi ho approfondito e sperimentato molti aspetti della musica e delle relazioni che si instaurano grazie ad essa.