Prima domanda per rompere il ghiaccio: chi sono i Monna Lisa Blackout?
Siamo una banda di quattro tizi di Lucca, nati o adottati qui, tutti del ’95. Ci guadagniamo da vivere in modi diversi e spendiamo nella musica tutte le ore di sonno possibili, perché è dove il nostro cuore batte.
Parlateci un po’ del vostro background musicale: qual è stata la vostra formazione e quali sono gli artisti che vi hanno ispirato?
Abbiamo tutti preso un po’ di lezioni, di più o di meno, prima o poi. La verità è che abbiamo imparato a fare musica più insieme in sala prove che da soli a studiare.
Di artisti ce ne sono veramente tanti, da alcuni abbiamo preso ispirazione e altri li abbiamo proprio saccheggiati (a fin di bene). Sicuramente Rage Against the Machine e Queens of the Stone Age sono in cima alla lista per quanto riguarda le band internazionali, mentre Caparezza e Salmo sul fronte italiano spaccano veramente.
C’è un messaggio alla base del vostro ep “Monna Lisa Blackout Vol. 1”?
Il filo conduttore è sicuramente il senso di alienazione dal mondo reale che ci attanaglia ogni volta che apriamo gli occhi al mattino. La sensazione di qualcosa che sta andando male senza poter fare niente, e la voglia di combattere per cercare una via d’uscita, una soluzione, almeno una risposta.
Ogni pezzo affronta facce diverse dello stesso sentimento, “Panico” e “Instabile” dal lato del mondo interiore, “Voodoo” per la ricerca della verità, e “La Nave Affonda” per la rabbia che provi a vedere il mondo andare in malora e sentirsi impotenti
Cosa potete raccontarci sulla scena musicale della vostra città e come vi inserite all’interno di essa?
Lucca è una piccola città, nella scena si conoscono un po’ tutti. Abbiamo un bel rapporto coi 3-4 gruppi rock più affini al nostro genere. Spesso quando abbiamo una data nella zona invitiamo altre band e facciamo una serata collettiva, e gli altri lo stesso. Dividendosi l’incasso ovviamente si guadagna meno, ma le serate vengono più fighe e nel tempo si è costruita una scena dove ci supportiamo tutti a vicenda.
Ti racconto una cosa: qualche anno fa dei ladri sono entrati nella sala prove di una band della zona e gli hanno rubato tutta la strumentazione, veramente un brutto colpo. Noi in quei giorni avevamo una serata: l’abbiamo usata per chiamare a suonare tutte le band che li conoscevano (erano tante) e il ricavato è stato dato a loro, anche se era solo una piccola parte di quello che avevano perso.
Facendo così non si diventa ricchi. Non ce ne frega niente. Se devi fare musica per soldi, meglio fare altro.
Qual è l’elemento che non dovrebbe mai mancare in un pezzo firmato da voi?
Le persone che ascoltano i nostri pezzi devono pensare “cazzo ma allora non sono soltanto io che mi sento così, non sono soltanto io che penso queste cose”.
I nostri pezzi devono essere un modo per ricordare a chi si sente in attrito col mondo, che sente che c’è qualcosa di sbagliato, che a volte si sente sbagliato… i nostri pezzi servono per ricordare a queste persone che non sono soli.
Quali saranno i prossimi step del vostro progetto?
Il nome del nostro EP è “Volume 1” perché non ci fermeremo qui: stiamo già lavorando al prossimo e intanto vogliamo portare la nostra musica in giro per l’Italia e incontrare le realtà underground che condividono la nostra stessa passione. Stiamo organizzando il nostro primo tour, che partirà tra ottobre e dicembre.
MONNA LISA BLACKOUT
“Monna Lisa Blackout: Vol. I” è il primo EP
“A ognuno torna indietro quello che non ha voluto combattere”
Prodotto da Fabrizio Kikko De Luca
Registrato e mixato da Andrea Ciacchini
Artwork di Leonardo Micheli