Già anticipato dai singoli “Godi e persevera” e “Abbandonati alle cose”, è uscito il 22 ottobre 2022, il primo disco dei Rosso Marte, un EP dal titolo “Ciao Freud“. Il titolo descrive in maniera ironica il distacco dalla psicanalisi classica, perdendosi nei meandri del subconscio umano, vissuto con un viaggio sonoro che prende di petto l’ignoto, affrontandolo e uscendone a testa alta nella maniera più autentica e genuina possibile. “Ciao Freud” contiene cinque inediti registrati a fine marzo dello stesso anno presso il Crinale Lab, uno studio/laboratorio immerso nella natura romagnola che rispecchia l’anima analogica di questo primo lavoro. Luogo fortemente voluto dal duo romano, per l’approccio, l’etica e la gestione, al di fuori del caos cittadino, dove il processo creativo si evolve naturalmente scandito dall’alba e dal tramonto, dai pranzi e dalle cene in comunità con la squadra del crinale, dove si crea subito un’atmosfera familiare.
Il primo lavoro dei Rosso Marte suona in questa maniera, con amplificatori degli anni sessanta, reverberi a molla e percussioni fatte di catene e lamiere. Registrato quasi tutto in presa diretta, lontanissimi dallo spirito dell’home-recording che oggi è così popolare. Il sound però si colloca nei nostri tempi: effettistica moderna, fuzz taglienti, batteria asciutta e potente aprono le porte a un viaggio introspettivo, un pugno allo stomaco, un turbinio di sana disperazione romantica.
In quest’intervista abbiamo avuto modo di confrontarci con loro su influenze musicali, intoppi di percorso e molto altro. Buona lettura!
Quali sono i vostri punti di riferimento della scena alternative in Italia?
Ciao a tutti, grazie per l’intervista! Abbiamo diversi punti di riferimento, dai monumenti vecchia scuola come Afterhours, Verdena, Ministri, alle realtà più recenti come Iosonouncane, i F.A.S.K. Amiamo i Calibro 35, Il Pan Del Diavolo gli Zen Circus, Andrea Appino è probabilmente uno dei più grandi autori di canzoni degli ultimi anni..In Italia c’è tanta buona musica, alla faccia degli esterofili, ancor più ricca è la scena alternativa underground, lo è sempre stata, pensiamo agli Skiantos, ai CCCP.
Avviare un progetto musicale con un amico… Avete mai avuto degli attriti da quando avete iniziato ad oggi?
Ce li abbiamo tuttora, siamo umani. Ma sono molte di più le intese. È venuto da sé, siamo persone che amano mettersi in discussione e che accettano i reciproci difetti quando vengono fatti notare. Avere un progetto in comune comporta questo, collaborare per un bene più grande, in questo caso la nostra musica. Siamo molto allineati sul da farsi, fortunatamente.
Quali sono i luoghi di Roma che vi tengono legati?
Non ci sono luoghi specifici, potremmo dire banalmente la nostra sala prove, la nostra base operativa, ma siamo legati dalla passione di suonare, ovunque sia. Poi se parliamo di luoghi che ci tengono legati a Roma, sono sicuramente le periferie che viviamo, i quartieri storici che sono infinita fonte di ispirazione, dall’alba dei tempi fino a Goethe, Pasolini, Lucio Dalla. Figurarsi per noi, nati e cresciuti qui.
E cosa avete in comune con Gabriella Ferri?
Probabilmente abbiamo già risposto nella domanda precedente. Comunque, io (Claudio) sono cresciuto con una nonna che cantava gli stornelli romani e la musica popolare la sento nel sangue. Quando ho cominciato a suonare e ad amare tutt’altro genere ho trovato sempre il modo di esprimere quello che sono, un rocker, un romano, basta tirar fuori la propria autenticità in maniera naturale. Quello che ha fatto Gabriella Ferri è stato proprio riportare la musica romana alla modernità dei suoni dell’epoca, con una voce straordinariamente evocativa.
Come nasce un testo dei Rosso Marte? Prima o dopo la musica?
Di notte, contemplando il silenzio, bevendo vino, in solitudine o in mezzo a tanta gente, appuntando alla meglio le idee, vivendo, in macchina mentre si guida. Non c’è un metodo specifico, a volte nasce un testo e si cerca una musica, a volte il contrario, altre volte tutto insieme. Ultimamente è capitato anche durante una jam in sala prove, suonando insieme viene fuori da un pattern di batteria o da un riff. Una cosa certa però è che sui testi c’è un lavoro di ricerca, risentono di diverse influenze letterarie e poetiche.