Uscito venerdì 3 giugno 2022 “EP 1“, in distribuzione Artist First, il disco di debutto di dada sutra. Quattro tracce di cui fa parte che il precedente singolo “big boy”, che vedono finalmente la luce e inquadrano così uno dei progetti più unici e meno collocabili della scena indipendente. Un mix unico di generi ed influenze dal respiro internazionale che finalmente svelano il mondo alieno di Caterina Dolci. “EP 1” contiene un mondo pieno di orrori ma anche la voglia di trovare un angolo di bellezza, non farsi schiacciare, continuare a vivere, sentire, evolvere.
Ex Sandra Vesely, l’abbiamo incontrata per farle alcune domande
Domanda diretta: perchè il basso?
Mi piacciono quelle frequenze.
E qual è il tuo approccio compositivo? Parte tutto dal basso?
Dipende! A volte dal basso, a volte dalla voce, a volte da un testo, e altre volte scrivo alla tastiera.
Che cosa significa “Dada Sutra” e perchè surrealismo e sessualità fanno parte di questo progetto musicale?
Il Dadaismo mi affascina perché è dirompente e anarchico. In realtà con “sutra” mi volevo riferire proprio più alle scritture che vanno sotto questo nome, in generale, e non solo al Kamasutra. Quindi pensavo a una sorta di ossimoro, tra “dada” che è un nonsense, una lallazione, e “sutra” che invece sono scritture antiche e molto strutturate: quindi tra una forza calda, rivoluzionaria, primigenia, e una fredda, intellettuale, maturata dal tempo e dallo studio. Credo che la mia musica si basi molto sul cercare un equilibrio tra questi due opposti.
Come sarà la tue estate?
Calda, a quanto pare, e piena di concerti, tra dada sutra e le Bambole di Pezza, altro progetto in cui suono. E poi voglio scrivere nuova musica, perché sto già pensando alla prossima pubblicazione!