Pietro Panetta

Intervista con Pietro Panetta dopo il nuovo singolo Dissonanze Cognitive

Da venerdì 7 gennaio è disponibile in rotazione radiofonica “DISSONANZE COGNITIVE” (Just in Record), il nuovo singolo di PIETRO PANETTA.

Dissonanze cognitive” è il titolo del nuovo singolo di Pietro Panetta, un brano tra il rock e il grunge che, con un filo di ironia, descrive quello che dall'artista è visto più come un pan-demonio che una pandemia. Nel brano vengono espresse alcune frasi "contradditorie" che si sentono spesso pronunciare quando si parla di questo ormai sdoganato e quantomeno noioso argomento. Le parole in causa sembrerebbero quelle di un "credente" viste dagli occhi di uno "scettico". Molta attenzione è stata data nel non toccare l'argomento troppo in profondità e non mostrarsi da una o l'altra parte. Infatti, anche nel ritornello, che prevede una serie di "vieni con noi" ripetuti, non risulta ben chiaro da quale delle due “parrocchie” arrivi la richiesta.

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Qual è stato il momento in cui hai capito che era ora di dar vita al tuo progetto musicale?
Diciamo che non c’è stato un vero e proprio momento in cui ho capito che fosse arrivato il momento di entrare in pista… Semplicemente è successo per una serie di circostanze. Sono appassionato di musica fin da quando ero ragazzino e nel corso degli anni ho scritto diversi brani. Circa quindici anni fa ho conosciuto il titolare di un’etichetta, Daniele della Sound Management Corporation, con il quale ho instaurato un rapporto sia di lavoro che d’amicizia. Un giorno nel parlare di musica è saltato fuori che avevo diversi brani nel cassetto e quindi mi ha chiesto se ero disponibile a fargli sentire qualcosa e magari si poteva valutare una pubblicazione. In quel periodo stavo concludendo di scrivere un pezzo e gliel’ho proposto. Cotto, mangiato e piaciuto e così mi ha proposto uno studio dove andare. Da qui è iniziato tutto…

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Come senti di essere evoluto da quando hai cominciato a fare musica ad oggi?
Come dicevo, sono appassionato di musica fin da ragazzino, quindi ci deve essere stata sicuramente un’evoluzione nel corso degli anni ma in realtà penso che sia più sul genere musicale che altro, infatti un tempo mi dilettavo con i dischi e ascoltavo principalmente musica techno e hardcore e quindi anche la mia inclinazione creativa era su questo genere. Quando in un secondo momento mi sono avvicinato alla chitarra, ho lasciato il mondo della musica elettronica e sono stato rapito dal rock e dal metal. I primi brani che ho composto con la chitarra erano sicuramente più istintivi, sia dal punto di vista musicale che del testo, mentre quelli più recenti sono sicuramente più pensati e consapevoli. Successivamente ho ripreso anche a comporre techno e hardcore…

In che modo il brano “Dissonanze Cognitive” è rappresentativo della tua persona?
Dissonanze Cognitive è un brano controverso ed ironico e per certi versi anche provocatorio, queste sono sicuramente alcune caratteristiche che mi identificano. Inoltre il brano rappresenta una mia personale riflessione sul periodo storico che stiamo vivendo, dove molti dei valori morali e civili stanno via via scomparendo lasciando spazio ad un uomo incattivito da una società sempre più frenetica e tecnologica, asettica, da qui la difficoltà nel relazionarsi con il prossimo. L’idea di proporre un personaggio “fuso con la tecnologia”, come la ragazza nella copertina e nel video, munita di antenna wi-fi installata sulla testa per ricevere segnali e geneticamente modifica e/o potenziata, riporta uno scenario dispotico che mi terrorizza molto, quindi sotto questo aspetto, potremmo dire che il brano rappresenta anche una mia fottuta paura di un ipotetico e quantomeno lontano futuro molto diverso dal presente attuale.

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Che musica stai ascoltando in questo periodo e in generale quali sono i tuoi generi preferiti?
I miei gusti musicali sono molto ampi… Amo la musica in generale e la ritengo un bene prezioso ed essenziale come l’aria che si respira. Ci può essere il giorno che ho voglia di ascoltare musica ambient, un altro il reggae, il blues, musica indiana, cantautorato italiano, un altro ancora mi sparo tutti i dischi degli anni ’80 ed un altro ancora magari mi delizio con un po’ di musica classica. Devo dire che apprezzo davvero ogni genere di sonorità. Dipende sempre da come mi sento e da cosa ho voglia di ascoltare. Ad ogni modo, i generi musicali che mi accompagnano principalmente sono sempre il rock, il metal, la techno e l’hardcore. Negli ultimi anni mi sono avvicinato al rap e al trap e anche in questo scenario musicale ho scoperto alcuni artisti che apprezzo.

C’è un artista con cui vorresti condividere il palco?
Più di uno… Il primo che mi viene in mente è sicuramente Vasco Rossi. Vasco è un artista con cui mi identifico per certi versi. Trovo che sia l’artista italiano per eccellenza se si parla di rock e trasgressione. Nel corso degli anni ha scritto una miriade di brani uno più bello dell’altro. Il suo modo di cantare e di trasmettere è unico. Un altro artista che stimo molto è Tiziano Ferro. Tiziano ha una voce pazzesca, potente e profonda e ha scritto molti brani bellissimi. Se ci spostiamo nel panorama femminile, la mia prima scelta cadrebbe sicuramente su Alessandra Amoroso. Anche in questo caso, trovo che abbia una voce pazzesca. E poi ci sarebbe anche Fiorella Mannoia, una grande della musica italiana.

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Un messaggio per i lettori?
Un messaggio per i lettori… Vediamo… Vorrei dire a tutti di mettere da parte le scuse che non vi permettono di decollare e di mettere a tacere le paure che vi frenano. Godetevi la vita senza pensieri, siate pazzi ma integri e tenete sempre la testa sulle spalle. Fatevi trasportare dalla corrente e lasciate andare tutto il resto, quello che non si può cambiare o controllare passa sempre alla svelta. Non fermatevi alle apparenze e pensate sempre con la vostra testa. Non prendete per buono quello che vi viene imposto come verità assoluta, dogmi preconfezionati, strade già battute, falsi moralismi. Aprite la mente, trovate la vostra verità e non conformatevi alla società. Siate unici!

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