«Ho scritto Spicchi Di Luna sul flusso delle mie vibes all’ascolto del beat – racconta l’artista a proposito della genesi del pezzo – Mi sono immaginato da solo al tramonto sul cofano di una macchina, a scrivere un pezzo chill, come se fosse la colonna sonora del momento. Ho preso spunto da più situazioni della mia vita, quelle a cui pensi quando sei da solo e ti fai un po’ di trip mentali. Amore, amici, passato futuro e tanto altro. Direi che è uscito tutto molto bene».
Come hai scelto il tuo nome d’arte?
Blake non è altro che una rivisitazione del nickname che usavo nei videogame, Diablito è uscito tra amici, dato che avevo sempre caldo da pischello giravo in felpa anche a dicembre, quindi è nato tutto così
Ci sono dei luoghi della tua città che influenzano il tuo processo creativo?
Non particolarmente, più luoghi esterni alla mia città che interni, non so perché ma sono spesso più ispirato dalla natura che dall’ urbano
Il tuo gruppo di amici ha sempre supportato la tua scelta di fare musica?
Si per la maggior parte si. ovviamente c’è stato anche chi no, ma ho sempre capito e distinto chi mi supportava per davvero e chi per convenienza
C’è un album di rap italiano uscito recentemente che ti ha colpito in positivo?
Probabilmente “noi loro gli altri” di Marracash, mi è piaciuta molto la tematica riflessiva su se stessi, è una cosa che vorrei fare anche io un giorno. per il resto poca roba, non ricordo altri album che mi abbiano colpito, più singoli forse, “l’angelo caduto” di Salmo e “sur la lune” di Axos
Come hai passato il periodo di quarantena? Ha inciso negativamente sulla tua musica oppure sei riuscito a essere produttivo?
In quarantena sono stato benissimo, ho passato più giorni ad allenarmi che a scrivere ad essere sincero. ho fatto un paio di freestyle a tema Covid, andava in voga nel periodo, ma nulla più