1. Ciao Flora, “I Balconi delle Case” è il tuo nuovo singolo. Ci parli di come è nato?
Si potrebbe dire che I balconi delle case sia un brano scritto a rate: ho composto una breve parte del ritornello durante un tempo morto prima di un sound-check all’Apollo, noto locale milanese.
Nell’ attesa di salire sul palco il pianoforte a muro di una delle sale ha attratto la mia attenzione e nel bisogno di sfogarmi ho composto qualche linea melodica.
Parte delle strofe è invece frutto di riflessioni scaturite dal periodo lockdown che ho rimaneggiato e integrato nei mesi successivi dandogli la forma che potete ascoltare oggi.
Ascolta il brano
https://open.spotify.com/artist/2sm0XefhcXfBWlE6CF3J9H?si=m3Jvk7ueRRK0wyFvgxUaAw
2. Fin dal titolo, la testa torna indietro nella memoria, ricordando la simbologia assunta dai balconi nei mesi più difficili degli ultimi due anni. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti ha insegnato?
Durante il primo lockdown mi trovavo a Roma a casa della mia famiglia, con la quale ho un rapporto idilliaco. Lo stare chiusa in casa con loro non è stato quindi assolutamente traumatico tra pranzi e cene, vino, colazioni in giardino, allenamenti in compagnia, letture e anche discussioni sempre costruttive. Ho assaporato ancora di più la bellezza della semplicità condivisa con le persone che si amano, ho avuto tempo per scrivere, ragionare, produrre e studiare. È stata difficile invece la lontananza da quelle persone che non erano con me, mi è mancata molto la dimensione live del mio mestiere, la vicinanza fisica con il pubblico e con i miei allievi di musica. È stata traumatica la perdita di persone a me care.
3. Quali sono stati gli ascolti che più hanno influenzato la scrittura di questa canzone?
Nel momento in cui compongo una canzone cerco sempre di farmi influenzare il meno possibile dai miei ascolti e dal modo di scrivere di quelli che sono i miei artisti e le mie artiste preferite. Nonostante ciò credo comunque che il mio amore per il cantautorato italiano pervada un po’ tutti i miei pezzi.
4. Una cosa che questo singolo ha in comune con quello precedente, “Serenità”, e una per cui invece è completamente diverso.
Serenità e I balconi delle case sono due brani legati dal fatto di esser stati concepiti e poi registrati nella loro forma attuale proprio durante le prime fasi della pandemia e per questo, in modo del tutto diverso tra loro, rimandano la mente a quel periodo.
Sono però due canzoni abbastanza diverse per quanto riguarda il tipo di produzione che ho voluto realizzare: nel caso di IBDC ho collaborato con gli amici Paolo Zou e Benjamin Ventura, mi sono fatta consigliare da loro e ne è uscito un brano in cui la voce è stata curata nei minimi dettagli, colorata con un leggero autotune, sicuramente più “fresca” rispetto a quella dei miei precedenti lavori.
5. Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi?
Rilascerò un terzo singolo, quello che chiuderà le pubblicazioni iniziate con il brano Serenità e legate dal fatto di essere, in modo più o meno velato, frutto di riflessioni ed influenze scaturite dal momento di pandemia. Probabilmente però arriverà anche un’altra sorpresa.